In alcune città del nostro paese e in particolare negli ospedali veneti, è in atto una clamorosa offensiva legale dei “comitati no vax”, contro le trasfusioni di sangue donate dai volontari vaccinati contro il covid. I “No vax” sostengono che quel sangue è infetto, ma non esistono evidenze e segnalazioni scientifiche che mettano in dubbio la sicurezza del sangue prelevato da chi si è vaccinato. Tutti i giorni si contano decine di vite salvate grazie alle trasfusioni. Per fare un esempio sulla funzione salvavita delle trasfusioni, prendiamo in considerazione un grande ospedale, il “Bambino Gesù” di Roma, il più grande policlinico pediatrico d’Europa. In un anno la generosità dei suoi 12.000 donatori periodici, ha permesso 340 trapianti e oltre 8.000 trasfusioni, per i 1.389 bambini. I donatori hanno reso possibile le terapie salvavita contro le leucemie, immunodeficienze, emofilie, anemie gravi, talassemie e tumori. Il sangue racconto viene separato, tra globuli rossi, plasma e piastrine, attualmente si sta tentando di aumentare la donazione di piastrine, dato che il “Bambino Gesù” è uno degli ospedali all’avanguardia nella lotta contro le leucemie, dove l’utilizzo delle piastrine è fondamentale. L’Italia non è ancora autosufficiente per il sangue e i suoi prodotti. Anche quest’anno il SSN dovrà spendere alcune centinaia di milioni per acquistare all’estero il plasma, la parte liquida del sangue, necessaria per la produzione dei medicinali salvavita. Il plasma e i suoi derivati costano come l’oro, da 50 a 60 € al grammo, ma la disponibilità non sempre è garantita, perché gli USA, paesi esportatori, possono decidere di ridurre l’offerta, com’è accaduto negli anni della pandemia.. Da qui l’appello ad aumentare le donazioni, che sono volontarie, gratuite e anonime, caratteristica quest’ultima che è un ulteriore motivo per rendere irricevibili le richieste dei no vax.
Michele Lospalluto