4. Tutti ti definiscono la grande “Voce della Murgia”. Tu preferisci essere considerata prima
ricercatrice del canto di tradizione, della tradizione popolare e poi voce. Perchè?
Non mi identifico molto nel ruolo di cantante, forse perché non è la mia primaria attività. Non canto di tutto, non canto per cantare. Mi identifico piuttosto in quello che canto, la voce è mezzo per riportare in dialetto storie, personaggi, immagini di un mondo antico di cui ambisco a custodire memoria. Ho lavorato tantissimo su questo materiale, un materiale ritrovato, a volte ricucito, assemblato, a volte “affidato” canto infatti ciò che ho spesso ascoltato dalla viva voce di persone che ora non ci sono più. Tutto questo crea il senso del mio essere “una voce”
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5. Che rapporto c’è tra tradizione popolare e modernità? Riproporre canti della tradizione, del mondo contadino, dei sacrifici, dello sfruttamento, ma anche della genuinità della vita, a cosa serve a chi interessa?
Mi verrebbe spontaneamente di risponderti che la tradizione serve a difenderci da una modernità “omologante” devastante. Serve a tenerci stretta una identità, salvaguardando i valori della civiltà rurale senza però guardare a quel mondo da nostalgici. Tutto questo interessa? L’ interesse si costruisce in proporzione a quanto una comunità ritiene importante la propria storia.
– 6. Il rapporto con l’utilizzo di musicisti nei vostri dischi come Bonaventura, Zitello, Tesi, vi ha dato una dimensione europea. Qual è il giudizio della critica?
Abbiamo avuto il grande privilegio di avere come ospiti musicisti eccellenti, vorrei anche citare Marco ed Angela Ambrosini ed Eva-Maria Rusche, questo ha costituito una occasione di arricchimento di sonorità e arrangiamenti oltre che opportunità per avvicinare un pubblico più largo. Abbiamo spesso avuto ottimi riscontri di critica musicale, in particolare al CD “Skuarrajazz” è stato dato il premio della critica tedesca “Preise der Deutschen Schallplatternkritik”ma anche il mio ultimo CD Stella Ariènte (Visage music) vanta un resoconto altissimo della critica straniera.
Michele Lospalluto