Nell’ambiente scolastico di Altamura si è scatenata la psicosi. Da genitore lo comprendo bene. Siamo tutti coinvolti: in qualità di genitori, nonni, docenti, dirigenti, personale tecnico e amministrativo, studenti e alunni, praticamente tutti o, almeno, gran parte della popolazione.
Dal principio di questa emergenza covid, ho sempre ripetuto: né sottovalutare, né enfatizzare; né banalizzare, né allarmare. Insomma, misura e razionalità. E nella comunicazione e divulgazione, sobrietà, pollo essenzialità e puntualità nelle informazioni.
Altrimenti è il delirio! Come in questi ultimi giorni, i primi del nuovo anno scolastico, ma, così, l’anno scolastico avrà difficoltà a prendere avvio e svilupparsi con la necessaria determinazione, efficienza e serenità.
Questo significa non mettere in giro informazioni sbagliate, non alimentare voci del tutto infondate e, a mio parere, anche quelle fondate (non serve, se non a creare confusione), significa rispettare le minime regole che ci siamo dati, ispirare i nostri comportamenti a prudenza, rispetto e responsabilità. Ad esempio: uso mascherine; stop a bivacchi e riunioni di comitiva dentro e fuori le scuole; ai primi sintomi (febbre, raffreddore, tosse, ecc.), covid o, per lo più, no-covid, si resta a casa e si consulta il medico curante; se si è entrati in contatto con soggetti positivi, prudenzialmente, prima di rientrare a scuola, ci si consulta con il medico curante e si contatta l’ufficio igiene per capire cosa fare.
Insomma, buonsenso. La metto così. A fronte di oltre 120 casi positivi accertati ad Altamura nell’ultimo mese e mezzo (cosiddetta seconda ondata), di cui una trentina guariti, vale a dire con una media di 1 caso ogni 600 abitanti, pensavamo davvero che tra la popolazione scolastica (migliaia e migliaia di persone, tra personale, docenti e studenti) non potessero esserci casi positivi?! È realistico pensare che una scuola con 1000, 2000 e passa persone (tra alunni, docenti e personale) sia un ambiente immune?! Ecco, il nostro, da genitori, poteva e può essere un auspicio, una speranza, ma una convinzione del genere non appartiene al terreno della realtà e non risponde ad alcuna logic loa.
Detta in maniera più tecnica, siamo in presenza di casi singoli che qui e là sono emersi e questo, per quanto scrivevo, era abbastanza ovvio, inevitabile (magari, se proprio, per una qualche sfuggente ragione, teniamo a indicare a quale scuola corrisponda questo “qui o là” sarebbe auspicabile almeno essere precisi per non aggiungere confusione a confusione). Anzi, l’emersione di questi casi è, per un verso, un vantaggio, così da consentire l’adozione di misure specifiche di prevenzione, e, per l’altro, rivela che l’attività di monitoraggio, di sorveglianza epidemiologica, sta funzionando.
Restano comunque casi singoli, non sono focolai, che tecnicamente sono il centro in cui si forma o da cui si diffonde un contagio.
Sinora, nelle scuole altamurane non ci sono stati focolai. Tutti i singoli casi emersi, ora in una scuola ora in un’altra, sono riconducibili a fattori o situazioni estranee all’ambiente scolastico. Prudenzialmente e valutata la situazione caso per caso, tra Dipartimento di Prevenzione della Asl e la Dirigenza scolastica coinvolta, si è proceduto a disporre misure di prevenzione, come la sospensione delle attività didattiche, e di sanificazione. In alcuni casi, si è pure ecceduto in prudenza sospendendo le attività di un intero plesso scolastico.
Insomma, prestiamo la nostra attenzione, la giusta attenzione, però, senza banalizzare e senza enfatizzare, e seguiamo le indicazioni che le istituzioni scolastiche ci forniscono, perché i primi ad essere informati dal Dipartimento di Prevenzione della Asl sono i dirigenti scolastici e con questi vengono definite le azioni, misure e precauzioni da adottare.
Forza, Vita e Scuola devono andare avanti!_
Enzo COLONNA