L’arte della vinificazione ha una storia antichissima, sin dalla prima presenza dell’uomo sulla terra si riscontra la sua attitudine a trasformare l’uva in vino, fino ai greci che battezzarono Enòtria (da oinos, vino) la zona nei pressi della vicina Metaponto, per la presenza di estesi vigneti. Quindi anche noi possiamo vantare l’orgoglio e la ragione per presentare la nostra tradizionale arte di preparare la vendemmia vәnnegnә, oltre che una festa, una vera e propria arte. Analizzeremo qui le fasi preparative.
Alla metà di settembre si era soliti vedere innanzi alle cantine familiari, ospitate nei sottani delle case contadine, “u iusә”, una parata di botti “wuttә”, tini “tinә”, mastelli “jalettә” o “jalәttonә”, bigonce “uètәnә”, vasche “jautә” o “jautiddә”, tramoggie “tramuscә”, tutti in legno. Occorreva fare, oltre che ad una ricognizione degli oggetti necessari per la prossima vendemmia “la vәnnegnә”, la debita preparazione. Quando questi sono privi di contenuto liquido, le doghe di cui sono costituiti sono soggette ad essiccazione e si ritirano, provocando delle crepe, “s’allaskèscәnә”. Quindi si bagnavano frequentemente per far riprendere le dimensioni originali, e si coprivano di pezze bagnate. Per gli oggetti dotati di cerchi metallici di contenimento, si procedeva con martello e scalpello, spingendo questi verso la parte più bombata delle botti o delle bigonce, o degli altri recipienti; di qui il detto un colpo al cerchio e un colpo alla botte. Se si notava ancora qualche crepa più grossa si procedeva a saldarla con del grasso animale “u sivә”.
L’ARTE DELLA VINIFICAZIONE NELLA NOSTRA TRADIZIONE : STAGNE’ I WUTTә (Stagnature delle botti)
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