Questo mese affrontiamo il tema del lavoro , coniugandolo al nostro territorio con le sue positività, eccellenze, difficoltà ,contraddizioni, in un periodo dove l’incertezza e la precarietà la fanno da padrone. Daranno il loro contributo responsabili di associazioni di settori chiave per la nostra economia altamurana, dal commercio all’artigianato, senza dimenticare l’agricoltura in rappresentanza delle 7800 aziende individuali e societarie censite dalla camera di commercio di Bari . Sono lontani i tempi, quando la nostra città saliva tristemente alle cronache mondiali per la “tratta dei calzoni corti”, quando lo sfruttamento della forza lavoro minorile, già di suo vergognoso, a volte raggiungeva livelli di sottomissione ai limiti della schiavitù. Certo non viviamo più quelle tristi pagine di storia ma se osserviamo in profondità, lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo è ancora presente, in forme diverse come nella migliore tradizione ‘gattopardesca’, in alcune pieghe scure del mondo del lavoro moderno, nell’era della tecnologia. Non si chiama più solo “caporalato” ma sempre più spesso algoritmo produttivo, senza più nemmeno sapere chi decide e per chi stiamo producendo cosa. Le difficoltà di accesso al mondo del lavoro per tantissimi giovani o la ricerca di nuovo impiego dopo averlo perso per chi è avanti negli anni, ci rende sempre più passibili di assuefazione verso la precarietà e l’incertezza del futuro, che spesso condizionano percorsi di vita e scelte negando in tal modo al Lavoro la sua essenziale dimensione, quella della “DIGNITA’ UMANA”, che sostanzia il Diritto e i diritti. Pensiamo a quanti e quali condizionamenti la precarizzazione del posto di lavoro pone a tante giovani coppie fino alla rinuncia al matrimonio o a mettere al mondo figli. Altamura sta vivendo a pieno problematiche cogenti e globalizzate ancor più dalla pandemia, proprio nel mentre si stava avviando a risollevarsi dalla crisi del salotto che in pochi anni ha falcidiato centinaia di aziende con la perdita di oltre 5 mila posti di lavoro nel territorio che ha visto penalizzare ancora una volta le donne, espulse e senza più opportunità di ricollocazione. Ha, invece, retto in maniera straordinaria il settore agroindustriale, in particolare quello della trasformazione dei prodotti agricoli e della cerealicultura, in primis rafforzando le potenzialità ad essa collegate: la Dop per il Pane, una IGP per la lenticchia altamurana in un territorio di circa 428 km quadrati nel parco nazionale dell’alta murgia. La indiscussa bellezza paesaggistica, la gastronomia e il nostro centro storico, non privatizzato, stanno traghettando la nostra città lentamente verso una riconversione occupazionale sempre più rivolta a valorizzare la città quale polo turistico di qualità, al pari di Matera e Gravina . Tanta strada va fatta in questo senso in presenza di forme di individualismo imprenditoriali non sempre legate a progetti tesi a fare comunità di azione anche attraverso le associazioni di categoria. Questa mancanza di coesione e di collaborazione tra soggetti imprenditoriali nella nostra città purtroppo rasenta, in particolare in questo momento di crisi pandemica, la solitudine e la sfiducia che ha già costretto decine di aziende a chiudere le proprie attività mandando in fumo centinaia di posti di lavoro. “I LAVORI” hanno avuto un forte tracollo in questo anno che va ben oltre la sola valutazione di carattere economico. Bisogna riportare i temi legati al lavoro al centro di una azione comunitaria non solo rivendicativa e di qualità ma anche di sviluppo del territorio. Le istituzioni, le associazioni imprenditoriali, i sindacati accompagnino i singoli cittadini ad essere soggetti attivi tra le onde del mercato e non continuare a renderle vittime passive . Il futuro passa da una nuova dignità umana che riusciremo a darci, a partire dal lavoro!
Michele MICUNCO
IL LAVORO E’ DIGNITA’ PER L’UOMO
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