Durante la prima serata sanremese tra gli ospiti che sono intervenuti sul palco dell’Ariston vi è stato il regista premio Oscar per la “Vita è bella”, Roberto Benigni.
Benigni ha messo in scena un monologo sulla Costituzione, considerata dallo stesso un’opera d’arte; quest’anno ricorre anche il settantacinquesimo anniversario della nostra Costituzione e per la prima volta al Festival di Sanremo è stato presente il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Nel suo monologo l’attore ha fatto riferimento a diverse tematiche del nostro presente. Primo fra tutti, citando l’art.11 della Costituzione, ha affrontato la guerra in Ucraina, a seguito dell’invasione russa nel febbraio del 2022. “L’Italia ripudia la guerra”, recita così il nostro articolo; eppure, siamo uno dei paesi fornitori di armamenti militari. Il 24 gennaio 2023 la Camera ha dato il via libera al decreto Ucraina; essa proroga al 31 dicembre 2023 la cessione da parte italiana di materiali militari al Paese impegnato nel conflitto.
Tra le altre tematiche toccate da Benigni vi è anche la lotta portata avanti dalle donne (e non solo) in Iran. Questo tema lo sfiora citando l’art.21, il suo preferito, con il quale i nostri padri costituenti sancirono la libertà di parola, liberandoci dall’obbligo di avere paura. L’articolo recita, infatti, così “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni mezzo di diffusione”, lo stesso che ha salvato tante vite umane, ma ci sono ancora angoli di mondo dove resta ancora solo un sogno.
A proposito di padri costituenti Benigni ha ricordato Berardo Mattarella, padre dell’attuale presidente commosso dalle parole dette dal regista.
Benigni è stato capace di farci entrare nella storia che è la nostra storia. Nel suo intervento ha toccato temi identitari, sociali e politici, la parola chiave, più volte ripetuta dal regista è stata “sogno”, poiché per creare qualcosa di grande come la nostra Costituzione bisogna avere, innanzitutto, la facoltà di sognare ed immaginare che un mondo migliore può davvero esistere. Il monologo si chiude con un compito rivolto a tutti noi cittadini: far diventare il sogno dei nostri padri costituenti realtà, ne saremo all’altezza?
Caterina Disabato