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CE LA FAREMO!
- Il secondo pilastro su cui reggeva l’economia altamurana era l’artigianato! Lo è ancora?
L’artigianato continua ad essere sempre l’altro poderoso fronte su cui poggia l’economia locale. Ad Altamura, già nel 2018 risultavano iscritte all’Albo provinciale delle imprese artigiane circa 1600 aziende, destinate ad aumentare di numero se non avesse avuto inizio quella lenta crisi aggravatasi con l’emergenza sanitaria che ha letteralmente azzerato i progetti di rilancio dei segmenti produttivi, rilancio previsto per l’inizio del 2020. - La crisi che ha colpito il comparto dell’imbottito ‘povero’ alcuni anni fa ha palesato il rischio delle monofatture. La categoria ha saputo trovare in tempo le alternative su cui fare investimenti?
La crisi dell’imbottito, che ha penalizzato tutta l’area delle murge “federiciane”, ha risentito di problematiche di tenore nazionale e della concorrenza di consorzi di aziende del settore del nord che più e meglio hanno saputo organizzarsi per affrontare le criticità dei tempi nuovi. Nella nostra terra, si soffre della presenza di una cultura individualista che le associazioni, Confartigianato al primo posto, si stanno sforzando di limitare con iniziative tutte volte a rafforzare i valori della cooperazione. - E’ indubbio che la pandemia ha rallentato, e di molto, la timida ripresa uscita fortunosamente dalla crisi finanziaria scoppiata nel 2008. Sperando di venirne fuori al più presto, quali prospettive l’artigianato locale intende aprire potendo confidare sul recovery plan?
Il recovery plan rappresenta la carta vincente per superare definitivamente le difficoltà di un Paese, il nostro, che possiede i numeri per occupare nel mercato globale spazi di rilievo. L’artigianato si conferma inconfutabilmente il punto di forza di tutte le strategie che si andranno sviluppare per utilizzare nel migliore dei modi i fondi a disposizione. Intanto, va ricordato, ove occorresse, che la crisi attuale è stata significativamente attenuata proprio da quel “made in Italy” che è un concentrato di attività di piccole e medie imprese del nostro comparto. Come grande associazione sindacale abbiamo in agenda la realizzazione di progetti che devono coinvolgere l’artigianato in tutte la misure predisposte per il rilancio dell’edilizia, dell’agricoltura, dei servizi, del terziario. - Quanti e quali rapporti il comparto ha inteso allacciare con il mondo delle scuola, della università e della ricerca?
Il mondo della scuola e anche quello dell’università sono interlocutori primari per la continuità delle nostre aziende e del lavoro che esse espletano. Confartigianato ha avviato da anni rapporti di collaborazione con scuola e università attraverso piani di lavoro che vedono studenti di ogni livello frequentare le aziende e constatare “sul posto” l’importanza e il fascino (c’è anche questo e va citato) di una professione autonoma. L’iniziativa privata, per i giovani, come per chiunque altro, è carica di incognite, comporta sacrifici e rinunce ma consente la massima e espressione della propria personalità: le nuove generazioni devono essere spinte a valutare scelte coraggiose per ritagliarsi un’occupazione secondo i personali desideri e secondo le intime aspirazioni. - Il rapporto con il credito è stato sempre problematico per l’artigiano. Lo è tutt’ora nonostante gli interventi importanti messi in campo dalla Banca Centrale Europea guidata dal presidente Draghi?
Il rapporto con il credito è croce e delizia di un imprenditore. Le difficoltà gravano più che altro su soggetti privi di quelle garanzie che oggettivamente vanno fornite quando si vuole accedere a forme di finanziamento, anche se agevolato. Va però soggiunto che le associazioni di categoria, insieme con le stesse istituzioni pubbliche. hanno posto in essere sistemi di ”soccorso” che hanno funzionato, soprattutto nel recente periodo di pandemia, Si dirà che non è stato molto ma … nel prossimo futuro sono certa che si farà meglio. Una nota di fiducia è necessaria per guardare avanti con una certa serenità.