1,2K
PER UN NUOVO MECENATISMO
- Si sa che il comparto del commercio soffre dello stato di salute dei settori economici trainanti. La crisi finanziaria del 2008, con conseguente recessione, ha mortificato le aspettative anche del settore del commercio. La pandemia ha completato l’opera! Quale è lo stato d’animo degli esercenti di Altamura? Si sono spenti i propositi imprenditoriali?
Sicuramente il comparto del Commercio del turismo e del terziario è stato tra i più colpiti dalle conseguenze della pandemia covid19. Già la crisi del 2008 aveva fatto la sua parte !
E dopo la stessa crisi molti pensarono che le cose sarebbero notevolmente cambiate, almeno sul fronte finanziario. E come spesso accade, le dichiarazioni degli allora autorevolissimi politici andarono in quel senso; ma passata la tempesta, le classi dirigenti, incapaci (allora come adesso) di intendere e volere, tornarono presto indifferenti, con il risultato che la situazione continuò a degradarsi. Dimostrarono di essere incapaci di qualsiasi progetto, di qualsiasi visione, se non quella di restare attaccati alle poltrone e al potere e questo, aimè, accadeva allora così come accade oggi ad ogni livello, nazionale, regionale e locale.
Purtroppo oggi chi sta pagando realmente le conseguenze è solo una parte del mondo economico italiano e cioè commercianti, ristoratori, operatori turistici, del tempo libero, della cultura. Piccoli imprenditori che stanno pagando lo scotto soprattutto di una politica incapace di dare immediate e giuste risposte e soluzioni.
La speranza è che, passata la tempesta sanitaria, economica e finanziaria, scatenata dal diffondersi del virus, le cose cambino per il meglio; anche se i segnali non sono affatto incoraggianti! Abbiamo toccato con mano le gravi carenze del nostro sistema sociale, politico, sanitario, economico e finanziario. I commercianti chiedono un maggiore e concreto intervento dello Stato: è necessario in primis un rafforzamento della sanità, della scuola, della ricerca ed è necessario un concreto aiuto alle aziende colpite da questa crisi. Servono subito defiscalizzazione e aiuti economici VERI altrimenti interi settori di attività, dalla moda al divertimento ai viaggi e al turismo alla ristorazione all’arte alla cultura, scompariranno.
Lo stato d’animo dei nostri imprenditori ?
Ormai la speranza ha lasciato il posto alla paura, all’incertezza e anche alla rabbia. Sì rabbia! Perché moltissime imprese non riapriranno i battenti trascinandosi dietro centinaia e centinaia di famiglie ad esse collegate e purtroppo il prezzo più alto lo pagheranno le piccole imprese che erano già in difficoltà con gli strascichi della crisi del 2008.
Si continua a parlare di miliardi di euro di aiuti in arrivo; però finora le imprese non hanno visto molto. Avevamo tutti molte speranze ma francamente ad oggi si brancola ancora nel buio.
Ancora tanta confusione dai vaccini ai ristori. Nessuna progettualità vera.
Però io sono certa che il nostro ‘popolo di formiche’, popolo straordinario, che tante volte ha saputo affrontare le avversità, come nel 1799 quando si guadagnò il titolo di Leonessa di Puglia, farà la sua parte e riuscirà, anche se con difficoltà, a vincere e superare anche questa dura battaglia contro il virus e le sue conseguenze. - L’esperienza più diretta di Matera capitale europea della cultura ha mostrato, semmai ve ne fosse stato bisogno, come la cultura faccia da volano all’economia del turismo e del commercio in generale. E’ risaputo poi che i ‘mercanti’ sono stati dei mecenati e non sempre per filantropia ma anche e soprattutto per calcolo economico. Quando ci convertiremo sul piano culturale e quindi turistico perché questo faccia da motrice al treno dello sviluppo economico-commerciale?
Sicuramente la cultura è un volano importante per l’economia. Infatti noi di Confcommercio- Bari, ancor prima di Matera 2019, nel 2017 abbiamo messo sù un progetto importante che si chiamava “MANGIA LA CULTURA”, quasi per smentire un infelice dichiarazione dell’ex ministro dell’economia Giulio Tremonti, dimostrando che di cultura non solo si può mangiare ma le sinergie attivate dalle attività culturali, la valorizzazione del nostro patrimonio artistico culturale ed enogastronomico possono avere ricadute positive su tutta la nostra economia. - Perché il mondo del commercio non si fa promotore – si direbbe ‘istituzionale’! -, dello sfruttamento del nostro patrimonio artistico e paesaggistico che nulla ha da invidiare a quello di altre zone d’Italia?
Certamente per quanto ci riguarda ci siamo fatti promotori tanto che Confcommercio ha costituito tempo fa “CONFCULTURA”, il sindacato che rappresenta tutti gli imprenditori e non solo, che svolgono attività anche non prevalente connesse a tutto il mondo della cultura.
Noi da tempo sosteniamo il sostanziale valore aggiunto che il nostro patrimonio storico, artistico, paesaggistico ed enogastronomico ha. Siamo sempre più convinti che con le giuste sinergie e mature forme di collaborazione tra le istituzioni pubbliche e un settore privato specializzato si potrebbero raggiungere risultati importanti producendo non solo ritorno economico con un forte incremento dell’occupazione; e soprattutto un significativo miglioramento della qualità della vita.
Il nostro territorio non ha assolutamente nulla da invidiare ad altre zone d’Italia; anzi, potremmo cominciare a promuovere un vero e proprio turismo esperienziale al fine di dare la possibilità al
turista che viene non solo di visitare e ammirare il nostro territorio ma viverlo, immergendosi nei nostri colori, profumi, saperi e sapori.
Ora la speranza è che presto si possa tornare a vivere normalmente, a spostarsi, a viaggiare senza più paure e dubbi sul nostro futuro e che la cultura come diceva Aristotele
“POSSA ESSERE UN ORNAMENTO NELLA BUONA SORTE E UN RIFUGIO NELL’AAVVERSA”.