Qualche giorno fa è stata riaperta l’ala covid che era stata chiusa oltre un mese fa. I pazienti colpiti dal covid 19 sono aumentati, il reparto di psichiatria è stato riaperto e il pronto soccorso non avendo più un’area grigia è intasato di pazienti covid e no covid e vive grandi difficoltà, anche per i posti (appena otto) limitati del reparto medicina. Anche la rianimazione è stracolma e in grandi difficoltà. Infatti abbiamo avuto notizie che domenica hanno dovuto occupare la sala operatoria, per intubare pazienti gravi, mettendo a rischio l’emergenza. Sono i pazienti più giovani i più colpiti e pare che i medici si siano trovati nella difficoltà di intubare un paziente anziano o uno giovane, scelta che stressa e mette a dura prova chi deve fare tali scelte drammatiche.
Qualche settimana fa vi abbiamo parlato delle difficoltà che vive il “Perinei” e avevamo fatto appello alla politica, ai politici del nostro territorio, affinché intervenissero per restituire un minimo di normalità a quella struttura. Qualche settimana fa, il 3 marzo scorso, c’è stato un incontro tra la Sindaca Melodia e i vertici della ASL BA, alla presenza del Direttore del Dipartimento Salute Vito Montanaro, dove sono state sottolineate per l’ennesima volta le carenze di personale infermieristico e soprattutto medico specialistico nei diversi reparti del presidio. Ci sono state le solite promesse, senza un minimo di impegno scritto e la convinzione generale è che tutta la carenza, in particolare, di medici specialisti, sia stata condizionata fortemente dall’apertura della nuova struttura covid presso la Fiera del Levante. Infatti qualche giorno fa un medico prossimo alla pensione, si chiedeva perché la Direzione della ASLBA non attivasse l’avviso pubblico per assumere giovani medici per coprire le carenze di organico. La risposta sta nell’obiettivo mirato di utilizzare quelle disponibilità, per coprire le carenze di medici nella struttura covid della Fiera. Certo la pandemia, il suo aumento in percentuale anche nella nostra Regione, ha fortemente condizionato l’organizzazione e la gestione delle nostre strutture e la vaccinazione è la soluzione immediata per risolvere queste difficoltà. Certo il piano vaccini è stato frenato dal diminuito arrivo di vaccini, ma alcuni operatori si sono chiesti se non è il caso di utilizzare il presidio ospedaliero “Perinei” per vaccinare in particolare i pazienti fragili, che starebbero in una struttura protetta, la quale darebbe un grande contributo al piano vaccini. Gli stessi operatori sottolineano che è possibile recuperare infermieri dai reparti nei quali l’attività ordinaria è fortemente ridotta. In questi giorni per l’aumento dei pazienti nel reparto covid, sono stati fatti dei trasferimenti interni di personale verso quel reparto, contestati da alcune OO.SS. perché in contrasto con il regolamento sulla mobilità interna. Altrettanto, ci segnalano alcuni operatori, non è stato contestato per l’assegnazione di personale in attività aggiuntiva (attività a pagamento extra stipendio) senza il rispetto delle regole, per la realizzazione del piano vaccinale nelle aree previste. Ci auguriamo si faccia chiarezza su queste assegnazioni con un’indagine interna e con l’obiettivo che tutto debba essere fatto con trasparenza e nel rispetto delle regole.