È ormai passato un anno da quando la pandemia ha condizionato la vita di tutti. Anche il mondo della scuola ha vissuto in breve tempo un cambio repentino dalla tradizionale didattica in presenza alla DAD (didattica a distanza) ed oggi vive la DID (didattica digitale integrata). Anche con l’ultima ordinanza del presidente regionale Michele Emiliano, gli studenti continueranno la DAD dal 22 febbraio fino al 5 marzo 2021. Abbiamo chiesto un parere su questa esperienza a chi vive quotidianamente la didattica a distanza: dirigenti, docenti, alunni e genitori dell’l’ I.T.T. “Nervi- Galilei”(scuola secondaria di 2 grado). A loro la parola:
Papangelo Domenica, rappresentante degli alunni dell’I.T.T. “Nervi- Galilei”
La scuola nel percorso di vita di ogni studente ricopre un ruolo di vitale importanza. La scuola ci aiuta a diventare adulti, consapevoli, cittadini del mondo. La scuola è stata e sarà il luogo più importante per maturare la condivisione, lo scambio culturale e non.
Tutto questo però succedeva fino a 9 mesi fa.
La scuola con la sua chiusura, vista la pandemia globale, ha portato molti studenti a trovarsi: persi, smarriti e senza un punto di riferimento.
Con l’integrazione della D.A.D. quella che per molti studenti era una “Didattica a distanza” e divenuta ben presto una D.D.D. “Distanza dalla didattica”.
La pandemia globale che, da quasi più di nove mesi, ha ricoperto il nostro pianeta ormai si è insediata all’interno delle nostre vite mettendo a repentaglio sia l’istruzione sia la stabilità psicologica di molti ragazzi.
Ormai anche per noi studenti è diventato difficile seguire le lezioni virtualmente per tutti i problemi che derivano:
- Problemi di connessione
- Danni alla vista per l’uso prolungato di apparecchi elettronici
- Interferenze visive e acustiche
E molto altro…
Ecco, a distanza di tempo riteniamo che la DAD non sia molto democratica, come all’inizio ci hanno fatto credere.
Perché non tutti hanno la possibilità di avere una connessione efficiente, non tutti hanno degli spazi ampi, non tutti hanno degli apparecchi elettronici aggiornati e molto altro.
Perciò anche se molti ragazzi vorrebbero tornare a scuola, la paura che risiede all’interno delle loro menti prevale.
Dopo quattro anni che frequento l’istituto e il solo pensiero di dover lasciare quella struttura, quel corpo docenti tramite un saluto virtuale mi spezza il cuore.
Credo che i docenti e i compagni di classe costituiscano poi, a fine percorso scolastico, gran parte della personalità di ogni studente.
I docenti e la scuola in un momento così delicato come questo ci stanno venendo in contro e ci stanno dando l’opportunità di avere un’istruzione, degna di tale nome, nonostante tutte le problematiche che questo periodo inevitabilmente comporta.
Noi ragazzi abbiamo bisogno e necessitiamo di un’istruzione più approfondita e più seguita e con la DAD questo sta vedendo a mancare.
Però siamo pronti a fare dei sacrifici, sia per non vanificare tutti i sacrifici dei ragazzi/adulti che rispettano le regole e che ormai stanno da mesi chiusi in casa.
E sia perché siamo consapevoli del fatto che fin quando la scuola non sarà veramente un luogo sicuro noi potremo essere pericolo di contagio.
Erminia Petrassi, genitore, Presidente del Consiglio dell’ITT “Nervi-Galilei”
L’unica alternativa che abbiamo per cercare di assicurare il diritto allo studio a migliaia di studenti che purtroppo non possono ritornare a scuola a causa della grave situazione sanitaria. Gli svantaggi sono sicuramente di ordine sociale e psicologico, nel senso che ha allontanato i ragazzi dal gruppo classe, dai professori, da quel rapporto spontaneo e personale che solo una frequenza scolastica quotidiana può dare e che purtroppo dietro uno schermo si sono persi
Castellano Anna Maria, genitore, rappresentante genitori di una classe dell’ITT “Nervi-Galilei”
La DAD è stato uno strumento positivo per continuare il percorso di studio degli alunni, infatti durante il lockdown ha permesso ai docenti di continuare a lavorare per concludere l’anno scolastico. Ma con il perdurare della DAD si stanno verificando molti problemi che fanno male agli studenti: la scarsa attenzione dei ragazzi, la riduzione della capacità di apprendimento, la mancanza delle relazioni con i compagni che sta portando ad un lento isolamento passando troppe ore nelle proprie camere per seguire le lezioni e studiare. In casa ci sono molte distrazioni pertanto e spesso non sono attenti alle lezioni. Credo che i ragazzi non siano stimolati e siano stanchi di stare molte ora davanti al computer.