SUONI DELLA MURGIA, rassegna internazionale di musica popolare giunta alla sua XXII edizione ,è l’appuntamento estivo che non disattende mai le aspettative di un pubblico fedele che in esso ricerca novità, stupore e bellezza. Domenica 23 luglio presso la Dimora Cagnazzi l’arte,la bravura, il racconto hanno indossato un’emozione singolare nell’omaggiare due giganti Massimo Troisi ed Ennio Morricone.
E in questa stagione dei densi climi e di felicità degli spazi, per dirla con il poeta Cardarelli, il corpo cerca nei luoghi ameni il ristoro alla calura del giorno e l’anima la quiete per concedere pace ai pensieri. I luoghi raccontano la loro storia spesso senza l’ausilio della narrazione vera, si affidano alla “ bellezza” che vive negli sguardi di chi contempla, nella gentilezza delle relazioni, nell’intreccio di vite speciali che si fanno canto, note , versi, tutto si fonde e si confonde in un crescendo di emozioni. E si chiamano serate poetiche, di quelle che ti porti nel cuore che, come vento lieve, vengono a mitigare anche un’estate torrida come questa.
Nell’incantevole scenario della Dimora Cagnazzi musica e parole hanno compiuto il miracolo di sempre, catapultare l’anima nell’infinita bellezza dell’arte. Un omaggio a due giganti del Cinema e della Musica, Massimo Troisi ed Ennio Morricone, un viaggio nelle loro vite speciali descritto da una guida straordinaria, una voce narrante coinvolgente e carismatica quella di Alessandro De Rosa compositore e biografo ufficiale di Ennio Morricone. Un grande privilegio conoscere De Rosa, mai avrei immaginato che una delle più importanti testimonianze del film “ ENNIO” di Giuseppe Tornatore avrebbe allietato con i suoi racconti una magica sera d’estate altamurana. Il fascino di un’autobiografia segnata fortemente dai luoghi affettivi di Massimo Troisi e dall’iter di conoscenza e successiva collaborazione con Morricone ha tenuto altissimo l’ascolto di un pubblico coinvolto in religioso silenzio. Il compositore ha fatto un grande regalo a Troisi per il suo settantesimo compleanno e quindi a tutti noi scrivendo “ Lettera a Troisi”,compiendo da autore, regista, compositore “un viaggio tra i luoghi affettivi di Massimo Troisi:quelli fisici,musicali, poetici, creativi e relazionali”, servendosi delle testimonianze di chi Troisi l’ha conosciuto realmente come Carlo Verdone. Il passaggio da Troisi a Morricone è stato un elegante battito di ciglia, un pentagramma dalle note poetiche,il fascino e il mistero che da sempre Euterpe e Calliope compiono nel cuore dell’umanità. E mentre il mix di aneddoti di vita incalzava tra un fare serio e faceto così come l’esistenza ci insegna, le colonne sonore flirtavano con il tempo e con i ricordi, brani magistralmente eseguiti da bravissimi musicisti, Claudio Farinone, chitarra e Fausto Beccalossi fisarmonica.
La voce strepitosa di Maria Moramarco ha dato un tocco di armonia alla serata, il suo omaggio canoro a Troisi interpretando brani del repertorio classico napoletano cari all’attore, poeta ha sfiorato corde particolari che la confermano tra le voci più interessanti del canto popolare del nostro Sud, sempre sull’onda di quella bravura universalmente riconosciuta che ogni volta ce la fa amare di più come artista e ci inorgoglisce come concittadina. Un cocktail di emozioni elargite dai racconti di Alessandro De Rosa, un insolito e bravissimo intrattenitore, un sapiente della parola che sa usare con garbo tanto che Morricone gli affida la sua biografia. Tutta la serata ha posto l’accento sull’umiltà dei veri grandi, ciò che fa grande una persona è la consapevolezza che il successo non deve mai adombrare le proprie radici e questi due giganti hanno dimostrato di preferire “l’uomo”.
Bello sorprendersi ed emozionarsi quando hai di fronte persone “ grandi” che non ostentano la loro bravura ma con generosità fanno del loro talento un regalo per l’umanità. Immensa gratitudine per il regalo di una meravigliosa serata.
Grazia LORUSSO