L’Associazione culturale “DONNE IN” ha pensato bene di festeggiare i suoi 30 anni di attività presentando il libro dedicato ad una grande donna , Fida Stinchi, madre di Aldo Moro. Presente l’autore il prof. Renato Moro e naturalmente non poteva mancare Agnese Moro legata a “ Donne in” da vincoli culturali e di stima reciproca.
Una Sala Consiliare gremita e incuriosita di conoscere la trama di un libro che si preannuncia interessante già dal titolo “Storia di una maestra del Sud che fu la madre di Aldo Moro” e si intuisce il suo valore sia etico che storico tenendo conto delle note competenze dell’autore prof. Renato Moro, nipote della protagonista. Nel suo saluto di apertura dei lavori la neo-presidente di “ Donne in” prof.ssa Teresa Carretta ha rivisitato 30 anni di associazionismo al femminile, una storica realtà cittadina che ha visto, nel suo lungo percorso, donne di levatura culturale e che ha mantenuto fervido il suo impegno con eventi meritevoli di plauso.
Con molto garbo l’ autore si è approcciato al racconto adoperando un linguaggio fluido, lo stesso che ritroviamo nel libro che si fa leggere nonostante le sue 300 pagine, cosa rara per un docente del calibro di Renato Moro ,professore ordinario di Storia Contemporanea presso il dipartimento di Scienze Politiche dell’ Università degli Studi Roma Tre.
Il racconto dettagliato, frutto di lettura e studio delle numerose lettere che Fida e Renato (ispettore scolastico elementare di cui l’autore porta il nome) si scambiarono durante i tre anni di fidanzamento, mette in risalto la personalità poliedrica di una maestra del sud , una calabrese colta, vivace che si batterà con coraggio contro quella società maschilista tipica dell’Italia del primo Novecento. Come tante donne intelligenti all’inizio del secolo scorso, Fida trovò nella scrittura uno strumento prezioso di emancipazione per appropriarsi del diritto di parola. Una donna forte nonostante le vicissitudini familiari che sviluppano in lei un’autonomia consapevole e profonda religiosità. Insegnante, giornalista, conferenziera, fu una paladina dell’emancipazione femminile, tema ampiamente trattato nei suoi articoli. Fida affermava che “la donna ideale non era quella mascolinizzata, la donna doveva saper restare nei circoli, nelle biblioteche, nei laboratori senza sciupare quel profumo che spande intorno a sé nella famiglia”. Agnese Moro parla della nonna come uno spirito gentile e triste, acutissima, lucida lettrice della società del suo tempo, insomma moderna e progressista.
Non si può tacere l’emozione nel sentirsi coinvolti geograficamente in questa storia d’amore, il trasferimento ad Altamura dell’ispettore e poi diversi istituti scolastici in Puglia intitolati a Renato Moro , la stessa Fida Stinchi sepolta nel Cimitero di Bari. Un aspetto ribadito più volte dai relatori e che trova ampio spazio nel libro è la fortissima fede religiosa di Fida. “La fede costituiva il senso più profondo e autentico della sua vita, abbandonarsi ai silenzi praticando la comunione ogni giorno per un’intima unione al mistero dell’ultima cena, una spiritualità vissuta e personale partecipando ad alcuni riti non nei termini della pietà popolare ma come moti cari al suo spirito”. Parlando di fede, di riti sacri, di devozione popolare bellissima l’incursione canora di Maria Moramarco che ha interpretato il brano che dà il titolo all’ultimo CD “Stella Ariènte “con l’accompagnamento per chitarra di Luigi Bolognese, un bellissimo omaggio ad una donna la cui storia ha coinvolto e affascinato tutti gli astanti. Grazie a Donne in la storia di Fida Stinchi nel passaparola ha veicolato messaggi di grande coraggio femminile, di forte influenza sulla formazione culturale, morale, religiosa del figlio Aldo Moro. “ Si dice che dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna e in genere si pensa alle mogli. Ma, come questo libro conferma, bisognerebbe pensare talvolta anche alle madri”.
Grazia Lorusso