u uarmənderə (il sellaio)
Anche il mestiere del sellaio, u uarmənderə, è ormai scomparso, spazzato via dal tempo. Infatti, dei circa 40 sellai che operavano ad Altamura negli anni 50, ne era rimasto attivo solo uno in Corso Vitt. Emanuele, Demetrio Popolizio, di 85 anni, conosciuto da tutti come u uarmənderə (che comunque è deceduto alcuni anni fa). A lui si rivolgevano quelle poche persone con la passione per i cavalli, ma non più i tantissimi contadini che avevano bisogno di questo artigiano per farsi fare o riparare i finimenti, i uarnəmində, per i loro animali da tiro (mulo, asino, cavallo). Infatti negli anni precedenti alla motorizzazione, la forza motrice era ad opera degli animali che tiravano carri, aratri e altri attrezzi per l’agricoltura. Spesso il sellaio si recava in masseria per riparare tutti i uarnəmində. Il suo compenso era una mangiata alla masseria di ricotta o formaggio o altro ben di Dio che qui si trovava. Fino agli anni cinquanta/sessanta, infatti, il mezzo di locomozione più usato da parte della maggior parte delle persone era il carro agricolo, u trainə; solo poche famiglie ricche possedevano l’automobile. E poiché il carro era trainato dal mulo o dal cavallo, è facile concludere che il mestiere del sellaio, u uarmənderə, aquei tempi andava davvero per la maggiore, come oggi va quella del meccanico. Se ora un giovane vuole farsi un’idea di come potevano apparire le strade in quegli an
Anche il mestiere del sellaio, u uarmənderə, è ormai scomparso, spazzato via dal tempo. Infatti, dei circa 40 sellai che operavano ad Altamura negli anni 50, ne era rimasto attivo solo uno in Corso Vitt. Emanuele, Demetrio Popolizio, di 85 anni, conosciuto da tutti come u uarmənderə (che comunque è deceduto alcuni anni fa). A lui si rivolgevano quelle poche persone con la passione per i cavalli, ma non più i tantissimi contadini che avevano bisogno di questo artigiano per farsi fare o riparare i finimenti, i uarnəmində, per i loro animali da tiro (mulo, asino, cavallo). Infatti negli anni precedenti alla motorizzazione, la forza motrice era ad opera degli animali che tiravano carri, aratri e altri attrezzi per l’agricoltura. Spesso il sellaio si recava in masseria per riparare tutti i uarnəmində. Il suo compenso era una mangiata alla masseria di ricotta o formaggio o altro ben di Dio che qui si trovava. Fino agli anni cinquanta/sessanta, infatti, il mezzo di locomozione più usato da parte della maggior parte delle persone era il carro agricolo, u trainə; solo poche famiglie ricche possedevano l’automobile. E poiché il carro era trainato dal mulo o dal cavallo, è facile concludere che il mestiere del sellaio, u uarmənderə, aquei tempi andava davvero per la maggiore, come oggi va quella del meccanico. Se ora un giovane vuole farsi un’idea di come potevano apparire le strade in quegli anni, gli basta immaginare una fila di carri fermi ai bordi della strada, in modo del tutto simile a quella delle automobili parcheggiate adesso.
Vito Ciccimarra
Lillino Calia