Meritoria l’attività dell’Associazione Campo 65 che in questi ultimi anni ha intensificato l’opera di divulgazione e conoscenza del campo di prigionia più grande d’Italia, immenso contenitore di storie e di memorie di respiro internazionale. Per l’ennesima volta Altamura su rete nazionale, il documentario realizzato da RAI CULTURA è stato un viaggio nella bellezza ad ampio raggio, plauso agli organizzatori.
Molto spesso abbiamo bisogno di visioni eclatanti, di stimoli esterni per svegliarci da quel torpore che accompagna il nostro incedere quotidiano. Solo coloro che amano in maniera autentica la cultura non dimenticano di essere immersi in un territorio ricco di tesori, un patrimonio inestimabile da custodire, valorizzare, salvaguardare. Una comunità attenta, sensibile dovrebbe sentirsi un tutt’uno con il territorio che la ospita coniugando quotidianamente quel rispetto ad ampio raggio di cui spesso si è carenti e il risultato è sotto gli occhi di tutti. Ad onor del vero l’opera di alcune associazioni risulta fondamentale in una città come Altamura che vanta origini antichissime e di conseguenza siti ,monumenti e scoperte preziosissime.
Encomiabile a tal fine l’attività dell’associazione Campo 65 che vede nel suo Presidente dott. Domenico Bolognese una guida di grande fervore culturale, passione e determinazione ,fattori fondamentali per conseguire scopi e successi di cui essere orgogliosi. Attraverso ricerche, convegni, presentazioni di libri, documentari l’associazione ha attivato una imponente opera di valorizzazione che vede protagonista il più grande campo per prigionieri di guerra alleati in mano italiana durante il secondo conflitto mondiale: Campo 65.
Ammirevole l’opera di divulgazione nelle scuole , i giovani custodi della memoria storica, emblematica la loro presenza in molte manifestazioni come quella realizzatasi il 27 gennaio per la intitolazione della rotonda di via Corato agli Internati Militari Altamurani (I.M.I) deportati nel periodo 1943-1945, si è restituita dignità a tutti coloro che, catturati con l’inganno dai tedeschi furono condotti nei lager nazisti negli stessi carri bestiame utilizzati per trasportare gli ebrei. Plauso a questa proposta congiunta dell’ Ass. Campo 65 e della sezione ANPI di Altamura.
In un momento storico in cui i conflitti bellici mondiali affliggono le nostre giornate sembra inverosimile che la storia e i racconti della seconda guerra mondiale siano passati sul nostro territorio, sotto il degrado e la desolazione memorie di vita vissuta, una memoria bellica a km.0. Domenico Bolognese cominciando sapientemente a camminare sui passi della storia ha attraversato vite, ha ricercato e trovato legami ,ha passeggiato infinitamente su un lembo speciale dell’arida Murgia e ha condiviso narrazioni imperdibili. Il fascino prodigo di storia del Campo 65, campo di concentramento per prigionieri più grande d’Italia, ha contagiato tutta l’equipe di RAI Cultura che ha realizzato un fantastico documentario dal titolo “ Italia. Viaggio nella bellezza. Uomini di Altamura, memorie da un campo di prigionia”. La proiezione in anteprima presso il Cineteatro Mangiatordi con il beneplacito del sindaco Petronella ha entusiasmato studenti e parte della cittadinanza che ne ha colto immediatamente bellezza, delicatezza e tanta maestria. Il suggestivo documentario è andato in onda il 15 gennaio su Rai Storia e porta la preziosa firma di Brigida Gullo, con la magistrale regia di Eugenio Farioli Vecchioli. Non nascondo l’emozione già dai primi fotogrammi di intrecci di vite, testimonianze internazionali con antichi legami al Campo 65 e poi la carrellata dei nostri siti importantissimi , fiori all’occhiello di un patrimonio da rispettare incondizionatamente.
L’autrice Brigida Gullo in più occasioni ha affermato che il documentario si snoda in due filoni di racconto, quello di chi il campo lo ha vissuto e quello dell’Archeologia e in questo caso per la prima volta si parla di Archeologia contemporanea. Eccellente in questo senso il lavoro di ricerca e gli scavi diretti dal prof. Giuliano De Felice archeologo dell’Università di Bari. Mentre scorrono le immagini di un paesaggio brullo e apparentemente in degrado risuonano le esternazioni del regista Farioli Vecchioli fortemente impressionato da un sito che ritiene “visivamente e fotograficamente potente, ciò che resta ci permette di evocare una storia importante”. Interessante il confronto con la copia vivente del Campo 65 costituita dalla ”CasermaTrizio”, sede del 7° Reggimento Bersaglieri con a capo il Colonnello Giuseppe Tempesta che dà un’ottima testimonianza del rispetto di quei luoghi, della storia del reggimento, del suo impegno in varie missioni. Una notizia reputo interessante è scoprire dalle parole del prof. De Felice che nel 1942 la caserma era conosciuta con il nome “Campo 51”, le baracche costruite tra Altamura e Gravina erano destinate a accogliere 4.000 prigionieri. Emozionante e coinvolgente la storia di queste 36 baracche che ospitavano prima i prigionieri di guerra alleati e dal ’50 al ’62 si trasforma in centro di raccolta profughi provenienti dall’ Africa, dall’Egeo, dalla costa Dalmata. La storia raccontata, visualizzata con l’ausilio di archivi fotografici, immagini di scavi archeologici diventa non solo più interessante ma resta più a lungo nella nostra memoria .Infatti l’opera culturale del documentario ha permesso di approfondire altre tracce su questa parte di Murgia, è il caso di altri campi di prigionia delle due guerre mondiali e delle basi missilistiche costruite durante la guerra fredda dagli Stati Uniti.
Quando ho seguito il documentario su Rai Storia ,nonostante la mia conoscenza sul tema ,mi sono incantata e persa in tutte le dolorose testimonianze perché della durezza di quel campo si è parlato molto e ho sentito l’esigenza di rivederlo per cogliere ogni aspetto. Ringrazio e mi complimento con l’equipe organizzatrice di un lavoro fantastico che mette in primo piano la salvaguardia e l’attenzione da mantenere vive non solo per Campo 65 ma per tutto il prezioso patrimonio che ci appartiene. Mi piace ricordare che il trailer del documentario ultimamente è stato proiettato nella sala convegni del padiglione Puglia promozione durante la BIT di Milano( Borsa Internazionale del Turismo) e Domenico Bolognese, accompagnato anche dal sindaco Antonio Petronella, da Berardino Galeota e dalla consigliera Tania Dibenedetto, ha avuto l’onore di partecipare come relatore “Campo 65 ed il turismo della memoria”. Non posso che sostenere e compiacermi di questo immenso lavoro associativo, Domenico Bolognese ama passeggiare nella storia per valorizzarla, impariamo a seguire le sue orme , Altamura si merita un amore più grande da parte dei suoi cittadini.
Grazia Lorusso