E’ stato varato più di due mesi fa dalla Ragione Puglia la nuova legge sulle ristrutturazioni già bocciata dal Ministero della Cultura che sostituisce il vecchio piano casa.
Per l’ennesima volta il piano casa-ristrutturazioni la legge regionale n. 36 del 19/12/23 è oggetto di contenzioso tra regione e governo centrale. Non è la prima volta, sulla carta questa nuova legge doveva superare le storture decennali del vecchio piano casa, per tre volte bocciato dalla corte costituzionale fra il 2022/23, con l’ultima proroga sotto esame della consulta. Ma vediamo quali sono le nostre riflessioni.
Comma 1. Si parla (impropriamente) di interventi di ristrutturazione edilizia (art.3, comma 1, lettera d, del DPR 380/2001), mirati a promuovere il recupero, la riqualificazione e il riuso del patrimonio edilizio esistente, attraverso l’incentivazione di interventi di edilizia residenziale. In maggioranza detti interventi saranno sviluppati in zona B1 già edificata di proprietà privata e utilizzata ad uso esclusivo abitativo o commerciale pertanto in tale zone restano esclusi completamente gli interventi di edilizia residenziale pubblica. Sempre nello stesso articolo si parla di adattamento alla mitigazione dei cambiamenti climatici a scala urbana.
Comma 2. Gli interventi di cui al comma precedente dovrebbero mirare al recupero e riuso del patrimonio edilizio esistente. In realtà, gli incentivi, lungi dal portare alla sostituzione del vecchio tessuto edilizio, in realtà nascondono l’ampliamento della volumetria esistente, prevista dal nostro P.R.G. in max 5 mc/mq, in aree tipizzate come B-C-D-E-F. Detti incrementi volumetrici soprattutto in zona B1 incrementeranno la presenza di automobili e quindi un maggior congestionamento del traffico urbano ed inquinamento una delle principali cause del riscaldamento climatico.
Art.2) Incentivi volumetrici. Se i volumi della nostra zona B1 fossero rimasti quelli dell’adeguamento alla L.R.56/80, (impropriamente) approvato nel 1998, avremmo “solo” una media di ca.10 mc/mq. In realtà con le maggiorazioni e la capotica e prolungata applicazione del nostro particolare Piano Casa (con oltre 15/mc per mq.) senza conteggiare i volumi dei vari condoni edilizi. Con queste premesse, è evidente che la nostra zona centrale (B1) necessiterebbe di drastica riduzione volumetrica altro che nuovi volumi. Non abbiamo spazi verdi, servizi, parcheggi, (rimane la monetizzazione delle superficie destinate a parcheggio un modo per raggirare uno dei tanti mali della nostra città), viabilità decente e dovremmo incentivare le costruzioni in questa zona. Assurdo. Se guardiamo le quinte dei prospetti degli edifici prospicienti su quasi tutte le strade, lungi dal rispettare le norme fondamentali dei piani urbanistici esecutivi (altezze uniformi degli edifici lungo le strade) vediamo invece cosa stiamo combinando nell’intero centro abitato. Passiamo, in maniera casuale, dagli edifici di 2 piani su piano terra, a quelli di 4 piani più attico su piano terra. Se questa situazione fa comodo ad alcuni, chi ha costruito prima del (nostro) Piano Casa, si trova penalizzato dal vedersi privato della luce del sole e della possibilità di parcheggiare sotto casa, senza che abbia avuto un ristoro di alcun genere. Qui ci sarebbe da dire molto anche dal punto di vista della lesione dei diritti dei cittadini confinanti con quanti hanno costruito prima in virtù di un P.P.B1, che, seppure anch’esso discutibile, quanto meno non creava queste disparità assurde. Altro punto spinoso previsto dalla legge è l’inserimento di interventi con incremento volumetrico nelle zone F, la compromissione di tale aree renderà invivibile l’intera città, teniamo conto che le aree F1,F2,F3,F4,F5 sono aree di interesse pubblico tra cui la zona F3 area destinata a parchi pubblici ed al tempo libero, attualmente tali aree sono in mano a privati. Queste zone dovrebbero essere il vero polmone verde della città , oggi queste zone sono già in parte edificate abusivamente di cui molte già condonate .L’inserimento di tale aree all’interno di questa legge che ne prevede l’incremento volumetrico se comprese in zone edificate come nel nostro caso, rappresenta un serio pericolo per il bene della nostra città, tra l’altro nella legge si parla indirettamente di trasformazione ad uso residenziale di cui il 10 per cento da destinare ad attività residenziale sociale, basta vedere quanto già avvenuto con il parco degli ulivi ed in altre aree del parco urbano dove insistono pizzerie e quant’ altro. Per quanto riguarda il consumo di suolo resta esclusivamente una scusa per incrementare volumi in aree già compromesse. Se poi guardiamo le zone C zone di espansione già edificate che rappresentano le uniche aree veramente vivibili l’incremento in queste aree andrà a scombussolare l’equilibrio urbanistico. L’inclusione delle zone E zone agricole già travolte da una serie di leggi di cui alcune anche di matrice europee hanno portato alla trasformazione del territorio agricolo con sconvolgimenti paesaggistici pensiamo alle molteplici masserie demolite e ricostruite con cancellazione della storia del nostro territorio l’incremento volumetrico in tale zone finirà per trasformare o addirittura distruggere gran parte delle masserie non vincolate e del loro ambientetropico.
Art.3 Condizioni per la realizzazione degli interventi di ristrutturazione edilizia. I contenuti dei commi 1 e 2/a di questo articolo, per la normativa che abbiamo, ad Altamura assumono i connotati della comicità più spassosa. Si fa sempre e solo riferimento alla normativa di cui al DM 02/04/1968 n.1444 in merito agli indici massimi per zone edificabili, che noi abbiamo bellamente e disinvoltamente cancellato, a differenza di altri comuni più virtuosi che capirono per tempo che non bisognava derogare a quei limiti fissati dal decreto citato. Il punto 3/g riporta la solita dicitura della possibilità di reperire le superfici da cedere per gli standard urbanistici (qualora non fosse possibile all’interno del lotto), nelle immediate vicinanze. Da noi questa opzione viene ignorata perché di difficile attuazione. Rimane la monetizzazione e i problemi per gli altri.
In merito al punto 4)comma 2, si fa presente che, senza voler polemizzare ulteriormente su quanto si poteva fare e non si è fatto in merito a discutibili interventi importanti nella nostra città, corre l’obbligo di focalizzare l’attenzione su un’operazione fatta dall’allora Sindaco Giacinto Forte, e che fu oggetto di critiche. Parliamo della “delocalizzazione dell’ex deposito di carburanti della ditta Sanrocco in via Mura megalitiche angolo via V. Buoncammino. Ricordo che ci furono polemiche anche in Consiglio Comunale. Parliamo di una delocalizzazione che avrebbe portato il comune a permutare la possibilità di far realizzare alla ditta l’intervento in zona agricola (poi realizzato in via Corato), in cambio della cessione gratuita dell’area al comune e della sua bonifica. Ad oggi non abbiamo notizie della situazione di quell’area che risulta in stato di abbandono senza alcuna bonifica effettuata.