Si preannuncia come una delle edizioni più ricche e prestigiose quella che segna gli 80 anni della Mostra internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Una selezione particolarmente forte è stata annunciata in conferenza stampa dal direttore Alberto Barbera, nonostante lo sciopero degli sceneggiatori americani abbia condizionato non poco i selezionatori della Mostra. La presenza sul tappeto rosso di numerosi grossi attori ed attrici del cinema americano che hanno solidarizzato con lo sciopero è a rischio, ma questo non ha impedito a diversi importanti film americani di trovare una collocazione nel concorso e nelle sezioni collaterali. Mai come quest’anno sarà nutrita la rappresentanza di film italiani in concorso, composta da 6 pellicole: “Comandante” di Edoardo De Angelis come film di apertura, “Enea” di Pietro Castellitto alla seconda regia dopo l’esordio con “I predatori” (2020), “Finalmente l’alba” di Saverio Costanzo, “Lubo” di Giorgio Diritti con l’astro nascente Franz Rogowski nel ruolo di assoluto protagonista, “Adagio” di Stefano Sollima e l’atteso ritorno di Matteo Garrone con “Io capitano”.
Tra le nazionalità più rappresentate tra i titoli del concorso spicca la Francia, con tre titoli in corsa per il Leone d’Oro: “Dogman” di Luc Besson, “La bete” dell’ottimo Bertrand Bonello e “Horse-saison” di Stephane Brizé che, conclusa la magnifica trilogia sul tema del lavoro interpretata da Vincent Lindon, si è focalizzato sulle dinamiche sentimentali di una coppia. A suscitare le maggiori aspettative e le curiosità dei cinefili ci penserà il sulla carta eccellente drappello di firme statunitensi in concorso, a cominciare dal biopic “Ferrari” diretto da un gigante come Michael Mann e interpretato da Adam Driver. Accanto a Mann, altre presenze autoriali importanti come quelle di David Fincher con “The Killer”, prodotto da Netflix e interpretato da Michael Fassbender, e “Priscilla” di Sofia Coppola sulla vita di Priscilla Presley. Sul sempre più esplorato filone dei film biografici si segnala anche in concorso “Maestro”, diretto e interpretato da Bradley Cooper, sulla figura di Leonard Bernstein. Tra gli altri titoli del concorso meritano una menzione le nuove opere di tre tra gli autori più importanti del cinema contemporaneo come il cileno Pablo Larrain, a Venezia con “El Conde” e una inquietante visione di un Pinochet vampiro, il greco Yorgos Lanthimos con “Poor Things” interpretato da Emma Stone e il giapponese Ryusuke Hamaguchi con “Il male non esiste”.
Estremamente variegato il panorama del fuori concorso e delle sezioni collaterali, spesso vere e proprie miniere di titoli sorprendenti e invisibili in contesti diversi dalla Mostra. Sono da segnalare i ritorni di autori affermati e grandi maestri come Roman Polanski con “The Palace”, Woody Allen con il suo film francese “Coup de chance”, Wes Anderson con il mediometraggio “The wonderful story of Henry Sugar”, il grande documentarista Frederick Wiseman con “Menus plaisir – Le troigros”, Richard Linklater con “Hit Man”, William Friedkin con il suo film postumo “The Caine mutinity court-martial e Liliana Cavani, a cui sarà tributato il Leone d’oro alla carriera, con “L’ordine del tempo”.
Stefano Lorusso