Recuperata nel centro storico una location della civiltà contadina
Nel cuore del centro storico di Altamura Carlo Cutecchia sta facendo scoprire ai numerosi visitatori e turisti stranieri il fascino della “Casa museo del contadino”.
Due sottani ubicati in Vico Calia, in passato denominato Vico Aniello. E’ raggiungibile da due direzioni: Via S. Caterina, di fronte al palazzo Ponzetti; oppure dalla pizzeria Tre Archi, di fronte Via Crocifisso e dopo circa 150 metri si è sul posto.
Cosa ha stimolato Carlo Cutecchia ad inventarsi un’attrazione turistica? Nonostante il suo lavoro come dipendente di un’azienda privata, coltiva la storia dei suoi antenati, contadini pieni di energie. Suo padre, artigiano falegname, oggi in pensione, nelle ore di maggiora calura, come in questo mese di luglio con oltre 40° all’ombra, è solito sedere accanto all’ingresso del laboratorio di famiglia, di fronte alla Casa museo del contadino.
Il suggestivo vicoletto, stretto tra due alte ali di antiche abitazioni, il sole penetra solo allo zenit; la frescura è assicurata durante tutta la giornata.
Carlo, 57 anni, sposato, con due figli, due nipoti e altri due gemelli in arrivo, da alcuni anni si è dedicato alla realizzazione di un museo rurale in pieno centro storico; questo non era nei suoi progetti; nasce a seguito di eventi soprannaturali.
Educato sin da piccolo – racconta Carlo – ai lavori di campagna dalla nonna materna, donna energica e molto religiosa, i lavoretti di manutenzione e riparazione di oggetti sono stati sempre la sua passione.
Dalla nonna ha appreso il timore di Dio. E guarda caso, proprio in questo stato di grazia, gli sono capitati diversi strani episodi che non sa giustificarsi.
Alcuni anni fa, mentre era intento a riparare la sua auto, si sentì mancare il respiro ed ebbe la sensazione di perdere conoscenza. Preoccupato, si appoggiò al muro della sua abitazione per riprendersi.
Nel lasso di qualche frazione di secondo, si sentì investito da una fortissima energia che lo “dematerializzò”, proiettandolo in un’altra dimensione, dove una schiera di parenti scomparsi lo attendevano; qui una luce abbagliante lo traslò in una chiesa, dove c’erano altri parenti anch’essi scomparsi da tempo.
Questa situazione – continua Carlo – sarà durata qualche minuto, poiché l’energia che lo aveva avvolto, la sentì penetrare nuovamente al rientro da quella condizione surreale.
Dopo questo episodio, un giorno una voce squillante gli diceva ripetutamente: “Devi acquistare un locale nel centro storico”.
Da qui parte il suo interesse anche per seguire quella voce insistente, da cui si sentiva incoraggiato, ma nel contempo angosciato. Acquista il primo sottano, poi il secondo attiguo, dove abbatte una parete e apre un varco per renderlo comunicante.
Oggi sono due ambienti perfettamente in armonia, dove l’abile Carlo ha disincrostato i muri portandoli a vista tufo. I gradini di pietra, che scendono nel sottano, presentano un ingegnoso sistema di fermi antiscivolo per gli zoccoli degli animali.
Il pavimento è in lastre di pietra murgiana; la cucina sul lato destro, l’acqua piovana, raccolta dai tetti e convogliata da una canalizzazione a vista nella cisterna sotto il pavimento, la stalla, sono elementi suggestivi che proietta la mente del visitatore ad immaginarsi le condizioni di vita, dove insieme ai componenti della famiglia coabitavano anche gli animali domestici, un cavallo, delle galline e magari anche un maialino.
Nel frattempo, ha arricchito la collezione di oggetti domestici attraverso donazioni giunte da amici e conoscenti che hanno preferito consegnarli a lui piuttosto di portarli in discarica. Oggetti come lanterne a petrolio, immagini sacre, recipienti in terracotta, damigiane, setacci, piccole attrezzature per la vendemmia e molto altro ancora.
La “Casa museo del contadino” è una realtà che attira l’attenzione di numerosissimi turisti, i quali girando per il centro storico hanno la fortuna di visitarla. Il proprietario ha ricevuto sabato scorso il plauso da parte di un gruppo di turisti romani conquistati dalla location e dalla narrazione del suo vissuto.
Nei mesi di maggio e giugno 2023, questo luogo – conclude Carlo Cutecchia – è stato utilizzato come set cinematografico. Grazie alla concittadina Maria Cappiello, dai più conosciuta come restauratrice e antiquario, referente e fornitrice di arredi per produzioni cinematografiche nazionali e internazionali, anche il territorio altamurano viene valorizzato nell’ambito cinematografico. Difatti, grazie a lei, questa location come altre nella nostra città, è stata scelta come casa di uno dei protagonisti del film “Luce nella Masseria” (titolo provvisorio), in programmazione il prossimo 3 gennaio 2024 su Rai1
( Fonte CorrierePL.it di Giovanni Mercadante)