Sono stati completati i lavori di realizzazione della palestra della Scuola “Padre Pio” di Altamura. È una grande notizia, da tempo attesa. Una nuova palestra a disposizione della Comunità scolastica, del quartiere, della Città. Un importante obiettivo raggiunto, su cui ho puntato molto e a cui ho dedicato un bel po’ di impegno nel corso degli ultimi otto anni, in particolare durante il mio mandato di consigliere regionale (2016-2020). L’intervento ha potuto beneficiare di un finanziamento di 700.000 euro concesso dalla Regione nel 2017, a fronte di un impegno complessivo di circa 1.700.000 euro. I tempi si sono dilatati (molto) rispetto a quanto previsto e programmato. Sono trascorsi: oltre 8 anni da quando è stato posto l’obiettivo; oltre 6 anni dal riconoscimento del finanziamento da parte della Regione; 4 anni dall’avvio dei lavori, nel luglio 2019 (che si sarebbero dovuti concludere entro il novembre 2020). Ora, però, è importante che i lavori siano terminati. Questo è stato possibile dopo aver superato alcuni ultimi problemi negli scorsi mesi. Ora è importante che si proceda al collaudo dell’opera e alla sistemazione dell’area esterna e di accesso così da assicurare la fruizione della nuova palestra agli studenti della scuola nell’imminente nuovo anno scolastico (fruizione che potrebbe essere assicurata anche per attività sportive extrascolastiche). È l’appello che rivolgo al sindaco e all’assessore competente (non so chi abbia la delega in materia), come pure a tutti i consiglieri, di maggioranza e di minoranza. Auspico, a tutti loro e a noi tutti, che il loro sia un buon lavoro. Dovrebbero sapere che, a chiamata, ci sono sempre, come ho cercato di esserlo sempre con tutti, nella misura in cui possa essere di una qualche utilità. A me, ora, restano una grande gioia e soddisfazione per l’opera portata a termine, che dà senso e compiutezza al personale impegno. È il lento fiorire delle cose – come ho scritto in altre occasioni – che si presenta, con tutte le sue incertezze e i suoi imprevisti, a distanza di tempo. Ancor più lento nel campo politico, amministrativo e pubblico, soprattutto quando sono coinvolti enti diversi. Notevole è spesso la distanza temporale da quando ci si è posti un obiettivo, dalla sua programmazione, dal reperimento delle risorse necessarie. Un lavoro costante, paziente, tenace, il più delle volte misconosciuto e invisibile, sottraendosi alla prigione dorata del quotidiano, dell’effimero, del consenso ricercato e ruffiano e con il suo carico di fatiche e ingratitudini. Ma è l’unico lavoro che rende frutti, prima o poi. E deve essere un lavoro che si unisce e si coordina con quello di tanti altri, molti anonimi: impiegati, funzionari e dirigenti, tecnici e progettisti, figure istituzionali di volta in volta coinvolti e impegnati. In Regione e in Comune. Si è fortunati se si alimenta della “energia/spinta” della propria comunità (semplici cittadini, operatori del settore, volontari, comitati, associazioni; in questo caso specifico, la comunità scolastica, dirigente, docenti, genitori). Un lavoro, quello degli altri, che non mi stancherò mai di riconoscere e ringraziare. Il futuro non ci appartiene, se non come idea: non ci è dato prevederlo, occuparlo, ipotecarlo. Si tratta di mettere un piede davanti all’altro, saggiando il terreno e mutando direzione quando è troppo instabile. Un passo alla volta, tutti i giorni.
Enzo COLONNA