Port’Alba 18 novembre. Una scommessa , un laboratorio sul valore del linguaggio, un vissuto che si fa esperimento, una riflessione che si imbatte in muri apparentemente insormontabili ma che apre una breccia verso un nuovo scenario umanistico.
Scegliere di prendersi un tempo per sé è una filosofia di vita che mi accompagna da un po’ di anni e farlo perché la serata mi propone un tema originale è ancora più stimolante. Attratta da un po’ dalla locandina dell’evento e dai nomi dei relatori, scelgo di sostenere l’evento divulgandolo sui social con una frase “ Sicuramente efficace una riflessione sul peso delle parole in una società in cui la parola d’ordine è l’arroganza “ sottintendendo l’importanza di recuperare un linguaggio gentile. La curiosità mi invade per tutto il tempo, la vista di tanti giovani spettatori mi entusiasma, quadri realizzati in carboncino affissi per l’occasione di cui più tardi comprendo il senso, brani musicali che in sottofondo invogliano alla riflessione ed ecco l’incipit nel saluto di un giovane giornalista nelle vesti di moderatore Michele Denora che introduce il tema con una bella riflessione , una chiara denuncia della corsa frenetica caratterizzante il nostro vivere con gravi ripercussioni sulle nostre relazioni sempre più in agonia. Compiacendosi per il lavoro svolto dall’ associazione Vento in movimento, ribadisce che la serata ha lo scopo di “muoverci con la mente, con le parole, con la fiducia verso gli altri”. Nella rapida ascesa di emozioni resto come sempre catturata dal carisma linguistico e non solo di don Vincenzo Lopano, la sua immensa cultura viene fuori con naturalezza e, nell’esternare etimologie e radici greche, la gentilezza ha un senso compiuto in frasi come “la gentilezza è un rendere bello l’altro, è la capacità di generare il bene dell’altro”. Agli antipodi di questo modo di concepire la gentilezza ecco un audio raccapricciante, il monologo di Tiziano Ferro “Le parole hanno un peso”, strabordante di termini violenti, parole orribili, scurrili che purtroppo denotano il linguaggio dominante di quest’epoca.
Parole pesanti come macigni echeggiano nelle nostre orecchie, sono la colonna sonora per niente piacevole che abita i giorni di una buona fetta di società violenta e arrogante. Ma quella di Tiziano Ferro è una protesta, una provocazione che si conclude con affermato desiderio di cambiamento, di speranza così come si evince dagli interessanti interventi degli ospiti convenuti. Sia l’insegnante e giornalista Pino Suriano che la psicologa e psicoterapeuta Nicoletta Barberio puntano l’attenzione sul fatto di non fermarsi alle apparenze, di prendere in considerazioni le sospensioni di giudizio e pregiuduzio, di fermarsi e scegliere cosa poter dire perché la pratica della gentilezza comporta pazienza, maturità. Ma il focus dell’attenzione, i riflettori puntati emotivamente sulla promotrice dell’evento giovane avvocato e dinamica consigliera comunale Marica Longo che ha regalato ai giovani presenti uno spaccato di vita doloroso ,attraversare il tunnel della violenza verbale non fa male solo a sé stessi ma anche agli affetti, rivedere la luce significa aver perseguito i sentieri della dignità , cultura, alto senso civico. Il suo racconto è entrato nel cuore di tutti. La gentilezza è un balsamo che lenisce le offese, le sa smussare e superare. La bellezza ci salva, ascoltare ci salva, rispettare ci salva e quando tutto questo è anche trasferito in arte come nei disegni di un giovane artista Gianni Ferrulli, allora si può affermare che la serata è stata un successo e che i versi di Gio Evan declamati da Marica contengono una verità intrinseca difficile , rara ma immensamente magica e di auspicata diffusione in una società tristemente ferita “Fà attenzione quando incontri una persona gentile perchè ti trovi davanti al più fragile dei capolavori”.
Grazia LORUSSO