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Non si vede,
eppure portano la croce,
macchine condannate ad esistere,
libertà negate, immagini sfuocate.
Indifferenti osserviamo dall’oblò infernale,
mentre i nostri ritmi, la nostra vita,
quella che chiamiamo civiltà,
riempie i loro occhi, nutre la loro illusione.
Nella lunga e interminabile notte del silenzio,
si alzeranno nuovi muri,
ma è il graffiare di mani scarne,
turberà il sonno, inquieterà le coscienze.
Una moltitudine di disperati
vagherà senza pace.
Finché un giorno ci sarà un processo,
un processo senza appello,
sul banco degli imputati,
a rispondere di questo sottile, oscuro reato,
i resti di quella che ancora oggi
ci ostiniamo a chiamare “Umanità”.
BINO MAGNO
(attore e regista de “Il Teatro d’Intervento)