Si espande a macchia d’olio nel circondario il talento artistico della nostra concittadina Rosa Lagonigro, ospite costante di collettive d’arte di spicco. Recuperare durante la pandemia una passione assopita è stato come coltivare fiori tra le macerie. Ora del profumo di quei fiori lei non può più fare a meno e noi di goderne la bellezza. Una sua opera, dono ammirevole tra le preziosità della nostra gloriosa A.B.M.C.
Solo storie cariche di bellezza come quella che sto per enunciare sono in grado di farci percorrere un tragitto all’inverso, in un buco nero della nostra esistenza e farci esclamare con consapevolezza piena che l’arte è un’ancora di salvezza che si fa varco tra le macerie e l’odore acre della morte. La pandemia ha devastato le nostre anime prima ancora dei nostri corpi, ha veicolato il dolore della morte a velocità galattiche e combattere, reagire contro il nemico che avanzava era l’unica grande lotta che ciascuno di noi ha dovuto affrontare non senza dignità. Le grandi tempeste possono travolgerci completamente o darci un’altra possibilità di vita.
La nostra artista Rosa Lagonigro durante la tempesta pandemica ha deciso intelligentemente di salvarsi aggrappandosi ad una riesumata tavolozza ricca di colori e con pennellate vivaci dare più vita a giornate tempestate di spente sfumature di grigio e tanto nero. Una bellissima intuizione quella della nostra amica che ricalca i sentieri di tutti coloro che, attraverso l’arte, vogliono lasciare un segno nel tempo che scorre. Decisamente le paure ci mettono di fronte alla nostra fragilità ma hanno il potere di attivare il nostro istinto di sopravvivenza e la paura della morte improvvisa è sicuramente sul podio. La nostra memoria cataloga persone e ricordi secondo determinate caratteristiche e, nel mio ricordo, Rosa rappresentava la tipologia della moglie e madre serena con un lavoro che la gratificava ma soprattutto una donna elegante nel linguaggio e nel modo di relazionarsi, appassionata di cultura e di tutto ciò che concerne il territorio. Scoprire la sua nuova passione artistica attraverso le pagine di fb è stata una piacevole sorpresa che mi ha portato nel tempo a voler approfondire questo suo nuovo iter, affascinata dalla sua nuova identità.
“Lasciare un segno di sé” è l’imput che può cambiare una vita , superare l’ignoto con un doppio salto mortale in un sogno artistico. Ecco, inseguire un sogno è sempre un ottimo antidoto al baratro della solitudine ed è così che tela su tela ,colore su colore incomincia a delinearsi un percorso artistico, le pennellate passionali hanno tratteggiato i tanti volti femminili a cui la nostra artista ha regalato vaghe contaminazioni che ci riportano a Modigliani, a Picasso. Una pittura libera da schemi, da canoni scolastici, una creatività che cresce sulla scia emozionale e i numerosi consensi ricevuti sono il segnale di un gradimento associato alle varie collettive d’arte che l’hanno vista ospite raffinata, artista emergente umile ma talentuosa. Da Gravina a Gioia del colle, Noicattaro , Sammichele di Bari il suo stile è ormai notevolmente apprezzato e ad Altamura la partecipazione ad una mostra in onore di Federico II organizzata dal giornalista Giovanni Mercadante, ha dato buona visibilità al suo estro tanto che una sua opera dedicata all’Imperatore è stata donata al luogo di Cultura per eccellenza del nostro territorio, l’A.B.M.C.
Un grande orgoglio per un’artista emergente e uno stimolo a proseguire nel viaggio indefinito della bellezza,cara Rosa continua a regalarci stupore di cui la nostra anima ha tanto bisogno , e quando guardi le tue opere pensa in grande, Leonardo da Vinci affermava “la pittura è una poesia muta e la poesia è una pittura cieca”.
Grazia LORUSSO