Maria Moramarco docente di lingue e letteratura straniera, da metà anni ‘70 è la Alan Lomax(ricercatore della tradizione musicale americana e pugliese e del blues) della Murgia. Grazie alla sua ricerca della tradizione popolare che poi riporta in voce, una grande voce espressiva e ricca di colori, che ci immerge in storie, personaggi e immagini di un mondo antico che tutti noi abbiamo l’obbligo di custodire.
1. Come e quando è nata la tua passione per la tradizione della musica popolare?
E’ nata per caso, quasi per gioco, ero un’adolescente quando un’amica sapendo quanto mi piacesse cantare, mi propose di far parte di un gruppo che si occupava di tradizioni, era il gruppo Petilia Folk, colsi l’occasione a volo e mi ritrovai coinvolta in uno spettacolo in dialetto “U’ TRAJENIRRE” scritto e diretto da Francesco Fiore con musica dal vivo. Era il 1976. Il gruppo era numeroso e corposo fatto di persone di ogni età, lo spettacolo assorbì l’attenzione di tanti per costumi, scenografia, messa in scena, danza… posso dire che senza dubbio in quel contesto ha avuto origine la mia passione
– 2. Chi sono stati i tuoi maestri i tuoi mentori?
Nei tanti anni ho avuto diversi mentori. Bianca Tragni, (giornalista, scrittrice ) è stata sicuramente una persona determinante, ricordo come fosse ieri il suo entusiasmo al nostro primo incontro a “Natale a Pisciulo”dove avevo cantato “Derme Bambenidde” Da allora abbiamo fatto tante cose insieme e continua ancora oggi a darmi consigli preziosi
Nel Petilia ho avuto modo di maturare una prima forma di consapevolezza relativa alle tradizioni e alla civiltà contadina, nel gruppo facevamo ricerche a largo raggio ma anche seminari, incontri con esperti. Il prof. Ferdinando Mirizzi attuale presidente della SIAC (società italiana di Antropologia culturale) era tra gli animatori più convinti. Salvatore Livrieri, abile chitarrista, era colui che invece curava e coordinava l’attività musicale nel gruppo.
Ben presto maturò l’idea di una scissione dal Petilia, eravamo in troppi e non tutti davvero interessati, così con Salvatore Livrieri, Saverio Giustino, Michele Lorusso optammo per una formazione che avesse come obiettivo più l’aspetto musicale che altro
– 3. Tu hai iniziato a cantare con il primo gruppo “Il Canzoniere Altamurano” nel quale suonava il prof. Salvatore Livrieri, scomparso prematuramente. Successivamente cosa è successo?
Dopo che Salvatore si allontanò per questioni personali e di lavoro, anche altri per ragioni diverse abbandonarono il gruppo, intanto con Luigi Bolognese e Silvio Teot che si erano da poco uniti a noi, iniziai una nuova avventura seguendo un percorso più innovativo grazie alle loro esperienze di musica prog e rock. Con una formazione che denominammo “Ballalaico” arrivammo nel 1990 a fare il nostro primo vinile “Uaragniaun, canti dell’Alta Murgia Barese” lavoro che gradualmente determinò il nome del gruppo negli anni a seguire fino ad oggi.
Uaragniaun è stato ed è un laboratorio caratterizzato da tante anime musicali che hanno lasciato traccia nel tempo nei diversi arrangiamenti, l’elenco sarebbe davvero lungo, voglio ricordare qui i musicisti presenti ancora oggi, Pino Colonna e Filippo Giordano, essi hanno suonato in tutti i lavori fatti, Nico Berardi con cui collaboriamo dal 1997, nelle ultime produzioni abbiamo anche accolto il contributo delle nuove leve, Nanni Teot e Michele Bolognese.
Michele Lospalluto