Ospedali e case di comunità, ok della giunta regionale. Investiti 72 milioni di euro nel Barese. Consigliere Paolicelli (Pd): “Importante valorizzare i punti di eccellenza presenti in tutta la Puglia” “La medicina di prossimità sta facendo un passo in avanti nel potenziamento della rete assistenziale territoriale grazie alle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza”
Sono le parole del consigliere regionale del Partito democratico, Francesco Paolicelli, a seguito dell’approvazione, in sede di giunta regionale, del documento programmatico che dà il via gli investimenti previsti dal PNRR. Fondi per un totale di circa 640 milioni di euro che serviranno per sostenere la rete degli ospedali e case e di comunità e per le centrali operative territoriali (COT). Alla Asl di Bari verranno destinati 72 milioni per il finanziamento di: 36 case di comunità, 9 ospedali e 12 centrali operative. Tra questi c’è anche l’ospedale “Umberto I” di Altamura diventerà un ospedale di comunità.
Consigliere Paolicelli, qual è l’obiettivo di questa riorganizzazione delle strutture cosiddette di prossimità?
L’obiettivo è di continuare ad essere un punto di riferimento per la popolazione investendo in modo mirato le risorse, proprio come prevede la Missione 6 del PNRR ‘Salute’”.
In che modo il territorio di Altamura beneficerà di questi finanziamenti?
L’emergenza pandemica ha evidenziato il bisogno di rafforzare i servizi sul territorio. Gli ospedali di comunità potranno contenere al massimo 20 letti, per un’assistenza di 24 ore non intensiva, a favore di pazienti cronici. Ne nascerà uno ogni 50-100mila abitanti. In Puglia, si stima che potranno beneficiarne 4 milioni di residenti, cioè tra i 40 e gli 80.
I “vecchi” ospedali non ci saranno più?
Si tratta di strutture sanitarie della rete territoriale a ricovero breve destinate a pazienti che hanno bisogno di interventi sanitari a bassa intensità clinica. Quindi non pretendono in alcun modo di sostituirsi agli ospedali. Anzi, come in questo caso, uno degli obiettivi della rifunzionalizzazione dell’ospedale è quello di evitare sovraffollamento del porto soccorso del “Perinei”. Da qui l’idea di finanziare l’istituzione (o lo sviluppo) di strutture vicine ai cittadini.
Dunque, non solo ospedali di comunità? No, ci saranno anche le cosiddette case di comunità che saranno a disposizione dei cittadini per 12 ore al giorno. Saranno una sorta di poliambulatorio attrezzato per la somministrazione di particolari terapie o per esami di una certa invasività. Anche in questo caso, ce sarà una ogni 40-50mila abitanti. Dunque tra le 80 e le 100. Infine, verranno messe a disposizione anche 40 centrali operative territoriali (Cot), ovvero centrali telefoniche con lo scopo di fornire indicazioni per risolvere questioni mediche non urgenti, evitando di intasare i Pronto soccorso. ( La redazione)