Le cinque righe, riportate sul numero 5 di maggio della nostra rivista, indicano soltanto la notizia della commemorazione del 9 maggio giorno del martirio dell’onorevole e della sua scorta. La “giornata della memoria” delle vittime del terrorismo, merita un maggiore spazio culturale. Il prof. Pietro Pepe ha ricordato il cattolico e democratico Aldo Moro e si è avvalso dei suoi rapporti politici e umani con il grande personaggio, figlio della Puglia. In Piazza “Aldo Moro” l’emerito presidente della Regione Puglia ha sottolineato il rapporto privilegiato che Moro ha avuto con i paesi della sua origine; a Bari ha frequentato gli studi superiori e ha insegnato all’Università, da magistrato, nei primi tempi. Per questo Altamura, due anni fa, fu la prima ad ospitare La Mostra Fotografica della Regione Puglia dal titolo:” Moro Eroe della Puglia”. Essa ricordava i 55 giorni del suo martirio di via Fani. La scomparsa di Moro contiene ancora misteri, la cui verità completa è ancora nascosta. Così l’oratore Pietro Pepe ha detto:” Nonostante il grande lavoro dell’on.le Gero Grassi assieme alla presidenza del Consiglio Regionale, che ha varato uno speciale progetto dal Titolo:” Moro Vive”, tutta la verità sui mandanti è ancora sconosciuta. Il piano per diffondere il pensiero moroteo avviene attraverso le scuole superiori della Puglia. L’eredità di Moro è fonte di educazione alla giustizia, alla morale, al rispetto della Costituzione democratica italiana. Egli, uno dei più giovani deputati costituenti del 1946, fu risolutore di alcuni principi nel dibattito tra le diverse concezioni politiche. Il suo ruolo fu importante in politica estera, in particolare per i rapporti con i paesi del Mediterraneo. Nel suo governo la sua attenzione al Sud d’Italia e alla sua Puglia fu continua. Si ricordava anche di Altamura per aver fatto la leva militare da laureato e da presidente della FUCI di Bari quando era invitato per motivi culturali e per la politica elettorale. Nella nostra città da tenente militare svolgeva “Il gruppo del Vangelo ai commilitoni, attendati alle porte di Altamura al rione Fornaci”, (Cfr. V. Basile, La Prelatura Nullius, p. 100). La statura della personalità di Moro oltrepassa i confini della sua regione e dell’Italia per il suo pensiero filosofico e giuridico, punto di riferimento della Democrazia, soprattutto Cristiana. Ha sempre rifiutato il Patto di Jalta, in Crimea, del 4-11 febbraio 1945 degli Stati vittoriosi, che divisero il mondo in due blocchi, Occidente ed Oriente. Il contrasto culturale e politico causò la guerra fredda e i presupposti di un futuro scontro sanguinoso, come avviene in questi giorni, seppure limitato. L’ on. Moro proponeva una Terza Via per incontri continui di dialogo e di collaborazione necessari a sostenere la pace. Difendere lo Stato di Diritto e allargare la base democratica era un dovere per la Rinascita morale, politica, economia e culturale del paese. Questo pensiero fu sintetizzato nel monito:” Questo paese non si salverà se la stagione dei diritti e delle libertà si rivelerà effimera; se non nascerà un nuovo senso del dovere”. Nei suoi comizi annunciava i valori irrinunciabili della dignità umana: la Persona prima di tutto. Da cattolico rivolgeva una preghiera al Padre Eterno: “ Signore dammi la forza di cambiare le cose che posso cambiare; la pazienza di accettare le cose che non posso cambiare e soprattutto l’intelligenza di saperle distinguere”. Pietro Pepe terminava il suo intervento ringraziando la sindaca Rosa Melodia che aveva organizzato questa cerimonia alla presenza dei rappresentanti delle Forze militari e civiche, del gruppo di veterani bersaglieri, del pubblico che con attenzione ha accolto con favore gli onori ai caduti del terrorismo. Una corona è stata depositata alla base del monumento della piazzetta.
Vincenzo Basile