La solennità liturgica dell’Epifania risale al II secolo d. C. nel rito greco ortodosso. Infatti dal verbo ‘fainomai’, manifestare, assume il significato la parola Epifania, che indica la manifestazione della divinità del bambino Gesù. Il Natale è la rivelazione dell’umanità di Cristo, figlio di Maria. Sei giorni dopo la nascita la Chiesa celebra la fede nella divinità del Messia, “Figlio del Dio Altissimo”. Sottolineo due affermazioni di Gesù su se stesso: “Figlio dell’Uomo e Io Sono”. Con la prima si presenta spesso come l’Uomo atteso che appartiene all’umanità che invoca salvezza “gridata” da infermi, poveri, morenti: “Gesù figlio di Davide, pietà di noi”. Con la seconda dichiarazione “Io Sono” afferma la sua divinità. Mosè chiede a Dio: “Come ti chiami?” Il Signore risponde: “Io Sono Colui che sono”, ossia Io sono l’Essere che sussiste da sé, in eterno. Egli è il creatore che dà vita di amore a tutti gli altri esseri. Gesù più volte afferma:” Io Sono“. Altre volte a quelle parole aggiunge: Via, Verità e Vita oppure la luce del mondo, ancora il buon pastore. La sua divinità si rivela in tante dichiarazioni di uguaglianza con il Padre: “Io e il Padre siamo un cosa sola”. Al non credente apostolo Tommaso nella sua risurrezione, Gesù mostra i segni del Crocifisso. Di fronte a questa epifania il discepolo esclama in adorazione: “ Signore mio, Dio mio”. Cristo è l’immagine visibile di Dio invisibile (Col.1,15). Il significato dell’arrivo dei Re Magi dall’Oriente è il riconoscimento della divinità del bambino inerme e povero, nato in una grotta. I Magi rappresentano tutti i cercatori dell’Essere primo che ha creato la meraviglia e la bellezza dell’universo. Nell’ammirazione degli astri essi scoprono una stella più splendente delle altre. Si mettono in cammino verso l’orizzonte per scoprire la sua divinità. I tre, Gaspar, Balthassar, Melchior, sono pagani, ma ricercatori di un Essere divino che sia Amore e Misericordia. Sapienti di antiche profezie messianiche orientali, giungono a Gerusalemme e poi a Betlemme. I loro doni oro e incenso sono per la divinità del bambino, la mirra è un unguento sacro usato come medicina per lenire le ferite dell’umanità. La fede, donata a loro, è confermata dall’intervento celeste che indica di intraprendere un nuovo cammino per tornare in Persia, senza passare da Erode, per la sicurezza del bambino. La Tradizione della Chiesa si fonda sulla Parola scritta ed orale. Gli Evangelisti e i Padri apostolici hanno iniziato a scrivere Detti ed Eventi di Cristo. Dai primi secoli si sviluppa la ricerca sulla figura di Gesù, anche con i documenti apocrifi e con quelli dei Concili. Si analizza il Gesù della storia e il Cristo della fede, ma senza separarli. In epoca moderna si tenta di distinguere da parte degli atei il Gesù della storia dal Cristo della fede, per cui si afferma l’esistenza storica di Gesù, ma si nega la divinità di Cristo. Papa Benedetto XVI ha scritto che senza il Cristo della fede non si può comprendere il Gesù della storia per l’intrinseca connessione dei due aspetti manifestati con l’epifania della sua vita evangelica: la sua umanità è lo specchio della sua divinit
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