Mai avrei pensato nei lontanissimi pomeriggi dedicati allo studio della Divina Commedia intenta a riportare a memoria versi famosissimi, che un giorno avrei compiuto un viaggio, un weekend nelle cantiche dantesche, una full immersion nei tre regni dell’oltretomba che ha coinvolto mente e corpo.
Con un nobile omaggio a Dante per i 700 anni dalla sua morte, la Fortis Murgia ha pensato bene di dare corpo a voci e movenze attraverso uno spettacolo singolare che ha visto nell’ex Ricovero di mendicità un’ambientazione ideale e suggestiva. Incuriosita e affascinata insieme a Dante ho compiuto il mio viaggio fantastico nell’al di là guidata da coinvolgenti voci narranti, rapita da scenografie tenebrose e paradisiache, musiche inquietanti e cori angelici, un percorso che si è presentato ai miei occhi in tutto il suo significato allegorico, il cammino dell’uomo per sfuggire alle passioni terrene e arrivare all’illuminazione delle libertà morali e della fede.
Nella città dolente tra la perduta gente mi impressiona Cerbero, cane a tre teste custode del cerchio dei golosi, ascolto la disperazione di Pier delle Vigne, mi inquieta il racconto del Conte Ugolino e, come sempre, mi intenerisce e qui mi ha emozionato la storia d’amore tra Francesca e Paolo, protagonisti del V Canto dell’Inferno. Le urla dei dannati ci riportano all’atmosfera macabra delle pene regolate dalla legge del contrappasso inventata dal poeta e ci permettono di riflettere sul fatto che la vita è una prova continua verso il cambiamento, che necessariamente implica la capacità di saper crescere e divenire. Luci, canti, parole più suadenti, movenze leggiadre, annunciano l’atmosfera più serena del Purgatorio anelante alla felicità del Paradiso. Magnifico l’incontro con Beatrice e l’armonia diffusa dalla luce emanata dalle anime dei beati regala un senso di benessere nei tantissimi visitatori che concludono il viaggio con le note dolcissime della preghiera alla Vergine, canto XXXIII del Paradiso.
Ho ancora gli occhi pieni di meraviglia per questo vero e proprio colossal che la Fortis Murgia ha messo in atto.
Tutto armonico, ambientazione, brillanti interpretazioni, costumi e scenografie appropriati che hanno magnetizzato gli spettatori, tantissimi per ogni serata ma la minoranza rispetto a quanti avrebbero voluto partecipare. Un grande spettacolo, risultato eccellente di un faticoso e consapevole impegno.
Bravissimi i numerosi interpreti, grazie agli attori FITA, ad alcune compagnie di danza, ai figuranti tutti. Mi sia concesso di manifestare una particolare gratitudine nei confronti della prof.ssa Caterina Colonna per la ineccepibile regia, del prof. Michele Vulpio per le musiche e ineguagliabile voce solista, di Franco Damiano per Scenografie e Costumi, di Mariagrazia Continisio per la Coregrafia, di Mary Cristallo per la costante attenzione nel ruolo di Coordinatrice di produzione.
Ai nostri lettori senza piaggeria dico l’incanto è assicurato, da augurarsi presto nuove repliche perché come direbbe Dante “Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtude e canoscenza”.
Grazia Lorusso