Nella mattinata di Giovedì 8 Luglio u.s. è giunta ad Altamura l’immagine della Madonna della Medaglia Miracolosa. In ricordo del 190° anniversario (1830-2020) delle apparizioni della Beata Vergine Maria a Santa Caterina Labourè, l’11 novembre 2020 Papa Francesco aveva benedetto in Vaticano la sacra icona, dando così inizio alla “Peregrinatio “della stessa in Italia, promossa dai Missionari Vincenziani e dalla Famiglia Vincenziana.
Nella nostra città l’iniziativa è stata fortemente voluta ed organizzata dal Gruppo di Volontariato Vincenziano. Ad accogliere la statua della Madonna della Medaglia Miracolosa sul sagrato della Cattedrale c’erano oltre alle Volontarie del GVV e al gruppo parrocchiale dell’Apostolato della Preghiera, anche numerosi fedeli che hanno partecipato prima alla recita del Santo Rosario meditato e subito dopo alla S.Messa concelebrata da Don Angelo Cianciotta, Parroco della Cattedrale, dal Vice-Parroco, Don Giuseppe Perrucci, da Padre Faiver Manosca, Missionario Vincenziano, con la presenza del Diacono, Lillino Goffredo.
All’inizio della celebrazione eucaristica la Dr.ssa Bianca Maria Di Maio, Presidente del GVV cittadino, ha affermato che: “Accogliere l’immagine della Madonna della Medaglia Miracolosa che viene a visitare la nostra Comunità e quindi le nostre vite, significa riconoscere Maria come Madre del Signore Gesù e accoglierla come Madre nostra; Ella è messaggera dell’amore di Dio per noi, è dono straordinario di grazia e di gioia e ci invita ad accoglierci vicendevolmente come figli dell’ unico Padre e quindi fratelli; questo da sempre ha fatto San Vincenzo De’ Paoli che affidò la Compagnia delle Figlie della Carità da Lui fondata, alla protezione della Beata Vergine Maria “ . Nell’anno 1830“- ha proseguito la Dr.ssa Di Maio – “la Madonna apparve a Santa Caterina Labourè, una giovane Figlia della Carità di San Vincenzo De’ Paoli; la più nota e la più singolare delle visioni avvenne il 27 novembre 1830. In quell’occasione la Vergine Maria si mostrò ritta su un globo avvolto dalle spire del serpente, nell’atto di offrire a Dio un altro piccolo globo dorato, simbolo del mondo e di ogni anima; intorno alla testa Ella aveva un’aureola con le parole della giaculatoria: O Maria, concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te “; contemporaneamente una voce ingiunse a Caterina di far coniare una Medaglia che riproducesse la visione” .
All’omelia Don Angelo ha ricordato che: “Santa Caterina nasce agli inizi del 1800. A nove anni perde la mamma e si affida a Maria chiedendole di farle da Madre; a 14 anni Ella fa un sogno, con il quale il Signore le manifesta il progetto che vorrebbe realizzare per la sua vita. Caterina è sola in una Chiesa nella quale un anziano sacerdote sta celebrando la S. Messa. Tutte le volte che il celebrante pronuncia la frase “Dominus vobiscum “si rivolge alla fanciulla e la fissa; al termine della S. Messa il sacerdote vorrebbe trattenerla, ma Caterina non acconsente e va via per andare a trovare un’amica malata. A casa dell’amica malata, Ella ritrova l’anziano prete che le dice “Figlia mia, che cosa bella assistere i malati! Tu ora mi sfuggi, ma un giorno sarai felice di seguirmi; Dio ha dei disegni, dei progetti su di te, non dimenticarlo mai . Qualche tempo dopo, mentre si trova in una casa delle Figlie Vincenziane della Carità, Caterina vede un quadro che raffigura quell’ anziano sacerdote e chiede alle suore di chi si tratta. Le viene risposto che è San Vincenzo De’ Paoli, il loro fondatore. Inizia così la sua consacrazione a Dio. In un primo momento il padre di Caterina cerca di opporsi a questa vocazione, ma Ella a 24 anni entra a far parte delle suore vincenziane e nel 1830, come è stato già detto, riceve diverse visioni: nella prima ha un colloquio di oltre 2 ore con la Vergine. Caterina verrà canonizzata da Papa Pio XII° che la definisce “la Santa del silenzio “perché Ella di fronte alle visioni così profonde, così alte, così inimmaginabili non trova le parole per esprimerle, non sa che cosa dire di fronte al Mistero, ma trascorre il resto dei suoi anni al servizio dei poveri e degli ammalati, svolgendo le mansioni più umili che le vengono affidate”.
Subito dopo Don Angelo ha invitato i presenti a riflettere su alcuni aspetti che lo hanno colpito in modo particolare, leggendo il racconto delle visioni, ma anche tutta la vicenda che riguarda la Madonna della Medaglia Miracolosa. Innanzitutto l’esperienza della bellezza: Santa Caterina Labourè dice di aver avuto questo contatto con Maria e di aver fatto l’esperienza di una donna bellissima, Don Angelo ha poi affermato che: “Tante volte pensiamo che la vita cristiana è fatta di verità, di bontà, di buone azioni, ma la vita cristiana è anche fatta di bellezza che porta con sé quell’unità che tanto cerchiamo oggi in un mondo così frammentato. La bellezza di Maria è la bellezza dell’amore di Dio, la bellezza che deriva dall’incontro, dal colloquio con il Signore, soprattutto nel sacramento della Riconciliazione, che non può essere celebrato in maniera sbrigativa, perché alla bellezza interiore e alla cura dello spirito dobbiamo dedicare più tempo; infatti è lì che noi sperimentiamo la bellezza dell’amore di Dio, sperimentiamo quella consolazione che ci entra in profondità e che tante volte ci solleva anche dagli affanni, dalle preoccupazioni, dai dolori, dalle sofferenze della vita. Il Signore a volte ci concede questo per darci forza e, nel colloquio con Dio, anche noi diventiamo belli come Maria, che è la “Tota pulchra “perché è senza peccato. Infatti la bruttezza interiore degli uomini e delle donne è data proprio dal peccato “.
Continuando la sua riflessione Don Angelo ha citato un altro aspetto importante della vita di Santa Caterina: quello di vedere Dio in tutto, soprattutto nei poveri che, dice Papa Francesco, “sono la carne di Cristo “e manifestano tutta la fragilità umana, amata, abitata e redenta dall’incarnazione del Verbo di Dio. L’amore a Dio, a Cristo vissuto nell’incontro con gli altri, fa emergere anche il valore della solidarietà che, come scrisse Papa Giovanni Paolo II nell’enciclica “Sollecitudo rei socialis “è la determinazione ferma e perseverante di impegnarsi nel cercare il bene comune, ossia il bene di tutti e di ciascuno, perché tutti siamo realmente responsabili di tutti “.
“Ci aiuti Maria – ha concluso Don Angelo – a vivere in questo modo, a camminare nella carità e a cercare la bellezza nel nome di Dio “.
In serata il nostro Arcivescovo, Mons. Giovanni Ricchiuti, ha presieduto la S. Messa vespertina ringraziando il GVV cittadino e quanti hanno reso possibile il pellegrinaggio e la sosta dell’immagine della Madonna della Medaglia Miracolosa nella città di Altamura, per una giornata di preghiera, e ha rivolto un “ Grazie “ particolare a Padre Faiver Manosca, Assistente Regionale dei Gruppi di Volontariato Vincenziano, per la disponibilità dimostrata e per il suo amabile e prezioso servizio nell’accompagnare la statua nella nostra Cattedrale. Durante l’omelia Mons. Giovanni ha invitato i presenti ad affidarsi per le proprie necessità, difficoltà, sofferenze, all’intercessione della Beata Vergine Maria, ricordando come in passato, in virtù di una bella e significativa devozione mariana, in molte parrocchie il 27 Novembre si celebrava la festa della Madonna della Medaglia Miracolosa, caratterizzata, tra l’altro, dalla benedizione e distribuzione ai fedeli della “ Medaglietta Miracolosa”, che ognuno custodiva gelosamente, portandola con sé, magari appesa con un laccio al collo, come segno di fiducia e di sicura speranza, per ottenere la protezione materna di Maria e quindi “ abbondanti grazie”, secondo la promessa della Vergine a Santa Caterina Labourè.
L’ Arcivescovo ha poi affermato che “ la Parola di Dio racconta le meraviglie compiute da Dio per la Madre del suo Figlio Gesù: l’episodio del “ Si” al momento dell’annunciazione, la visita alla cugina Elisabetta, che illuminata dallo Spirito Santo, la saluta come “la Madre del mio Signore,” e loda in lei la fede nella parola Divina; l’Incarnazione per cui Maria, immune da ogni macchia di peccato originale fin dal suo concepimento, offre il suo grembo affinché Gesù prenda la nostra natura umana; quindi Ella è chiamata con Giuseppe a crescere ed educare Gesù, per poi seguirlo sulle vie dell’evangelizzazione e ai piedi della Croce, insieme a Giovanni, il discepoli prediletto. Maria non abbandona la prima Chiesa impaurita, timorosa, mentre nel cenacolo, insieme agli Apostoli, attende in preghiera la discesa dello Spirito Santo. Infine la Tradizione della Chiesa ci dice che Maria, completato il corso della sua vita terrena, fu assunta in anima e corpo nella gloria celeste”.
Proseguendo la sua riflessione Mons. Giovanni ha definito la “Medaglia Miracolosa “un brevissimo ed incisivo racconto della figura biblica di Maria, che è la storia della salvezza: sulla parte anteriore è presente la Vergine Maria, dalle cui mani scendono fasci luminosi, nell’atto di schiacciare il serpente, simbolo di quell’inimicizia originaria di cui parla la Genesi, sul retro, invece, al centro si vede la lettera M (di Maria), al di sopra della quale appare la Croce, al di sotto si notano 2 cuori sofferenti, rispettivamente di Gesù e di Maria, mentre 12 luminosissime stelle fanno corona”.
Prima della benedizione finale l’Arcivescovo ha invitato tutto il Volontariato Vincenziano ad ispirarsi sempre alla figura di Maria auspicando che la “Peregrinatio” possa produrre frutti di spiritualità cristiana, di rinnovato impegno per continuare ad essere solidali gli uni con gli altri.
Pinuccio COLONNA