Si tratta di una processione particolare che si è svolta, fino agli inizi degli anni ’60, il giorno dell’Ascensione. La peculiarità di tale manifestazione religiosa, probabilmente unica nel suo genere, era quella di vedere la partecipazione di tanti bambini, e l’impegno delle stesse famiglie nel fornire le statuine dei Santi che, con devozione, avevano nelle nicchie o sugli altarini delle loro case e i supporti per portarli in processione. Questi erano rappresentati da piccole scalette a pioli o dal tradizionale mònәchә che era ideale per alloggiare la statuina del Santo. Il punto di ritrovo per l’inizio del lungo corteo era “Porta Matera” ove sopraggiungeva un numero elevatissimo di bambini compresi tra gli 8 e i 14 anni che, a gruppi di 4, portava a spalla u monәchә, addobbato dalle famiglie stesse con frutta, ciuffettini di ciliegie, legumi freschi (fave e piselli) fiori e nella cui parte centrale era stata posta la statuina del Santo conservato nella propria casa. Ad aprire la processione vi era un signore munito di una scala e con una bisaccia addosso; seguiva il Clero e quindi i bambini. Questa chiassosa fiumana procedeva da Porta Matera lungo corso Umberto sino a Porta Martiri (La Purtәceddә), poi a Porta Bari e quindi, proseguendo per via Vittorio Veneto, a Porta Santa Teresa. Ad ognuna di queste “porte” il signore con la scaletta piantava al muro una crocetta in legno che portava nella sua bisaccia, mentre il sacerdote, con le reliquie della Santa Croce, benediceva la città e i campi propiziando l’arrivo dell’acqua necessaria a garantire un buon raccolto. Le piccole croci in legno sono ancora presenti a Porta Matera, Porta Bari, porta S. Teresa. Durante la processione i bambini sbocconcellavano furtivamente la frutta e i legumi che adornavano u sanduddә mentre, all’arrivo a Porta S. Teresa, ultima tappa, potevano liberamente mangiare ogni “decoro”. La festa non si chiudeva con l’ultima croce piantata nel muro in quanto gli stessi gruppetti di bambini, in serata, passavano dai parenti per mostrare u sanduddә ricevendo in cambio fichi secchi, carrube (i cornә), noci, mandorle, pezzi di salsiccia. La gioia per questi bambini si protraeva così per tutta la giornata.
Vito Ciccimarra e Lillino Calia