La Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio “Spiritus Domini”, emanato l’ 11 gennaio 2021, modifica il can. 230 del Codice di Diritto Canonico per concedere l’accesso delle persone di sesso femminile al ministero istituito del Lettorato e dell’Accolitato. Papa Bergoglio ha sviluppato il Motu Proprio “Ministeria quaedam” di Papa PaoloVI, che nel 1972, per la Chiesa latina, aboliva la tonsura, e alcuni Ordini Sacri Minori l’Ostiariato e l’Esorcistato, e il Suddiaconato. Essi non avevano più una funzionalità in quanto erano esercitati nella pratica dai laici o dai preti. La funzione dell’ostiariato era esercitato dal sacrestano, quella dell’esorcistato era praticato dai sacerdoti nel conferimento dei sacramenti o con incarichi specifici scelti dai vescovi. Il suddiacono era assorbito dal diacono. Restavano in vigore il Lettorato e l’Accolitato, ma affidati a uomini laici perché considerati ministeri della laicità. La Chiesa riconosce la potenzialità femminile con i suoi carismi, doni di Dio, che devono essere valorizzati a beneficio della comunità. Egli si collega ai primi secoli dal tempo apostolico e fino al IX secolo quando alcune diocesi apprezzavano la “diaconia femminile”. San Giovanni Crisostomo, patriarca di Costantinopoli, alla fine del IV sec. ordina la ministra Olimpia con l’imposizione delle mani “donna diacono”. Egli tuttavia afferma che le donne non possono essere preti. Papa Francesco ha isituito una particolare Commissione per studiare gli innumerevoli casi storici per decifrare le modalità dei servizi femminili. Il cammino del ruolo femminile viene ora tracciato con il riconoscere i ministeri del Lettorato e Accolitato già in uso da tante donne che sono ministranti dell’Eucaristia. Esse sono molte nelle parrocchie a distribuire la Comunione e a portarla agli infermi specialmente nei primi venerdì di ogni mese. Il Lettorato viene già esercitato con la lettura della Parola durante le celebrazioni liturgiche, così l’Accolitato è in pratica vissuto nell’ordinare l’altare e le suppellettili dei sacri vasi. Il papa vuole concedere un riconoscimento ufficiale e stabile del popolo di Dio, che assume responsabilità per un servizio di totale impegno. “La diaconessa è immagine dello Spirito Santo” scrive san Giovanni Crisostomo. Il papato di Bergoglio affonda le sue radici sempre nella Tradizione, nel Concilio Vaticano II, nei papi suoi immediati predecessori. Lo sviluppo è graduale per una Chiesa che manifesta la carità come l’ha voluta il suo fondatore Gesù Cristo, che affida alle donne il primo annuncio della risurrezione. Maria di Magdala e l’altra Maria, moglie di Cleopa, madre dell’apostolo Giacomo, sono inviate dal Signore risorto ai suoi discepoli. L’evangelista Marco aggiunge Salome, moglie di Zebedeo e madre di Giacomo e Giovanni. Luca nomina Giovanna, moglie di Susa, amministratore di Erode, e Susanna e molte altre che provenivano dalla Galilea. Le più ricche assistevano con i loro beni la prima comunità dei discepoli. La Maddalena è chiamata dagli scrittori greci “Isapostolos”, uguale agli apostoli, da quelli latini “apostola apostolorum”. S. Luca scrive: “Gli apostoli era assidui e concordi nella preghiera insieme alle donne, con Maria madre di Gesù, come anche nella Pentecoste quando ricevono il dono dello Spirito Santo” (Atti 1,14). Da questi principi del Nuovo Testamento e della Tradizione papa Francesco ricava la sua profezia per arricchire la Chiesa con i carismi femminili riconosciuti come Uffici stabili alle “ministrae” del Lettorato e dell’ Accolitato.
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