Il governo Melodia in 34 mesi va in crisi due volte con un rimpasto. Ma nessun impegno elettorale con gli elettori e’ stato onorato!
Non entrerò nel merito delle dinamiche che hanno causato questa seconda crisi del Governo Melodia a 34 mesi dal suo insediamento, per evitare sbilanciamenti dall’una o dall’altra parte. In un rapporto privato e ancora di più in politica, in un’alleanza di governo, in caso di crisi o peggio di rottura, le responsabilità non stanno mai tutte da una parte. Molti dubbi sorgono per i lunghi silenzi di questa crisi, certo più brevi della prima che durarono oltre otto mesi e per la risoluzione finale, tutta riferita a priorità che esulano gli impegni elettorali con gli elettori, il patto di legislatura. Il problema ambientale e il verde nella città. E’ sotto gli occhi di tutti “il degrado diffuso in tutte le periferie e il perimetro dell’area archeologica più antica e più vasta della città, le mura megalitiche le abbiamo quasi tutte seppellite, Altamura soffoca, perciò occorre una politica adeguata e attenta ai bisogni della collettività”. ”E’ un paese che scoppia, con tutti gli spazi sociali chiusi, con decine di appartamenti vuoti, con una qualità della vita(traffico, inquinamento, abbondono)assai scadente, che umilia chi vi abita e vi lavora”. “Altamura secondo i dati ISTAT 2013 è tra le città con meno verde pubblico procapite, 0,5 m2 per abitante, Matera è la più virtuosa con ben 984 m2”. Questo si denunciava nel luglio 2014 alla fine della legislatura del Sindaco Stacca, come “Comitato Cittadino Beni Comuni”, del quale faceva parte un grosso pezzo della maggioranza di oggi. Così si è continuato sotto la gestione del Sindaco Forte con il sottolineare le emergenze di una “pianificazione dello sviluppo urbanistico, la realizzazione dei Centri comunali raccolta rifiuti, di parchi urbani, la realizzazione di un’area mercatale attrezzata e il trasferimento in altra zona del mercato di via Manzoni”. In campagna elettorale questa maggioranza si è impegnata ad “attrezzare la cintura di verde e di aree ad uso pubblico ancora libere e previste dall’attuale PRG, a realizzare accessi viari sicuri per i quartieri, Trentacapilli, Lama di Cervo, Parco San Giulianio, Parco Bersaglio con le necessarie infrastrutture, a riqualificare le aree verdi e destinate ad attività sportive nelle zone di via Carpentino, Viale Traiano, Via Selva e Parco San Giuliano”. Altro impegno è stato quello di “progettare ed avviare impianti per la raccolta delle acque piovane e di un sistema di affinamento e riutilizzo delle acque del depuratore a fini irrigui a disposizione per l’agricoltura”. In quasi tre anni di governo nessuno di questi impegni è stato realizzato e nemmeno fa parte delle priorità elencate come risoluzione della crisi. Era questa “Una città per cambiare” come diceva lo slogan elettorale, parafrasando un brano scritto dal songwriter californiano Jackson Browne(uno dei miei preferiti di sempre) e cantato in italiano da Ron? Era questa “Una città finalmente moderna e vivibile con nuove regole urbanistiche chiare nell’interesse di cittadini e imprese, con un nuovo piano urbanistico, con perequazioni e compensazioni”, come recitava lo slogan elettorale del 2018 di Rosa melodia candidata sindaca? La città affoga nel degrado dalla periferia al centro, affoga ancora nel cemento e quando piove affoga soprattutto nella pioggia che invade le strade e allaga condomini, compreso quello della mia abitazione. Infatti alla richiesta di sopralluogo per verificare le cause dell’allagamento delle cantine, fatta nell’agosto del 2018, non c’è stata risposta, anzi un tecnico dell’ufficio mi ha risposto: ma cosa vuole che il Comune devii il corso dell’acqua? E io: e noi condomini che male abbiamo fatto per essere continuamente allagati da 30 anni dall’acqua reflua che convoglia nelle nostre cantine? Cosa dire delle forme di partecipazione e condivisione democratica, strumenti fondamentali e bandiera per la sinistra?
COME PRIMA, PIU’ DI PRIMA!
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