2020: anno da dimenticare o anno dal quale ripartire?
Cosa dobbiamo e possiamo fare per superare questo ulteriore periodo di restrizione?
Il 2020 è un anno sicuramente da dimenticare ma da cui è assolutamente necessario ripartire, un anno che ha messo in ginocchio l’economia mondiale, italiana e chiaramente anche quella della nostra città.
Questo nuovo DPCM ha creato nuovamente scompiglio, ma soprattutto confusione: è stato emanato non considerando che le realtà economiche e gli stili di vita tra nord e sud sono completamente diverse, per cui al Nord dove tutte le attività chiudono dalle 18 alle 19 le restrizioni di chiusura alle 21 e alle 24 non incidono quanto invece incideranno nel nostro Sud dove le attività non chiudono prima delle 20:30 / 21:00. Inoltre le nostre tradizioni, la nostra cultura fanno di alcuni eventi, momenti importanti di condivisione per le famiglie che qui al Sud sono notoriamente più numerose per cui il limite di 30 persone per evento è veramente ridicolo.
Ma siamo consapevoli che questa è un’emergenza sanitaria e che i contagi nella nostra città sono davvero troppi e che forse in molti abbiamo abbassato la guardia.
Ci sono stati diversi episodi di assembramento, chi non ha rispettato le regole, svariate feste senza controlli, centinaia di ragazzini in giro senza rispetto delle norme anti Covid, controlli purtroppo non sufficienti ecc. ecc. Facciamo un mea culpa ma non possiamo permettere che solo le attività di ristorazione ne facciano le spese.
Certo davanti a questo elevato numero di contagi è assolutamente necessario un cambio di rotta e un rispetto assoluto delle norme anti Covid.
Sta di fatto però che queste ulteriori restrizioni rischiano di gravare pesantemente mettendo in ginocchio un’intera categoria: quella del mondo della ristorazione e del beverage, con pericolosissime ripercussioni su tutta l’economia della città.
Noi tutti (associati della Confcommercio) siamo pronti a rispettare tutte le norme ma ci auguriamo anche che dall’alto arrivano regole più chiare e aiuti più concreti.
Nel frattempo, nel confrontarci su come affrontare queste ultime direttive, abbiamo riflettuto sulla necessità, soprattutto in questo momento storico, di cercare di equipararci il più possibile al nord anche per migliorare la nostra qualità di vita.
Ci siamo chiesti: “Ma perché non proviamo ad anticipare le aperture di pomeriggio e di conseguenza anche le chiusure serali di tutte le altre attività diverse da quelle di ristorazione, al fine di poter chiudere massimo alle ore 19:30/ 20 ed avere il tempo di dedicarci un po’ di più alla famiglia, al tempo libero, allo sport, al divertimento, avendo così la possibilità di uscire comodamente e di andare a cena fuori senza fare tardi come siamo purtroppo abituati a fare, costretti dagli orari assurdi che ora facciamo?”.
È vero anche che noi qui al Sud non siamo ancora strutturati per fare orario continuato in tutte le aziende e il tempo pieno a scuola ma da qualche parte dobbiamo pur cominciare, allora iniziamo anticipando di un’ora gli orari pomeridiani di apertura e chiusura di tutte le attività e proviamo a fare un esperimento in questo nuovo periodo di restrizione.
Non è un’imposizione, certo non è una sfida, è un invito a valutare la possibilità di sperimentare un nuovo stile di vita cercando di avvicinarci ed uniformarci allo stile di vita del resto dell’Italia. Siamo consapevoli che per fare ciò ci vorrà un atto di coraggio ma crediamo che quest’atto di coraggio sia oggi più che mai necessario per raggiungere almeno due obiettivi:
- cercare di non far pesare queste restrizioni solo sulle attività della ristorazione e del beverage le quali subirebbero gravi danni economici che inevitabilmente si ripercuoterebbero su tutta l’economia della città
- ma soprattutto migliorare notevolmente la qualità della vita di tutti, con ripercussioni positive sia sociali che economiche per tutta la cittadinanza.
Io mi auguro che questo nostro invito venga colto da tutti i cittadini perché è necessaria la volontà di tutti sia delle attività che dei consumatori.
È proprio nei momenti di crisi che si registrano i cambi epocali e oggi noi potremmo approfittare di questo momento di profonda crisi per trasformarla in un’opportunità di cambiamento e di progresso
Come diceva Einstein la crisi porta progressi e nella crisi che nasce l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie.
Forse qualcuno ci prenderà per folli e visionari ma noi ci auguriamo che Altamura abbia altri folli e visionari come noi pronti ad attuare questa rivoluzione epocale, culturale e sociale che possa aiutarci a vivere meglio.
Certo ci vuole coraggio per attuare questo cambiamento ma come diceva Muhammad Ali
“colui che non è abbastanza coraggioso da correre rischi, non compirà nulla nella vita”.
Tonia MASSARO