Da molti mesi il governo e tutti gli enti coinvolti (Regioni, CTS, Sindacati ecc.) discutono le modalità e i tempi per riaprire le Scuole, non dimenticando che alcune di queste sono predisposte anche per seggi elettorali nei prossimi giorni. Da una parte ci sono famiglie e alunni che vogliono ritornare alla tanta desiderata quotidianità che si conduceva prima dell’emergenza Covid, dall’altra vi è il bisogno di garantire e tutelare la salute pubblica, consapevoli che le scuole e soprattutto gli alunni sono il nostro domani ma anche che dobbiamo garantire il diritto allo studio per ognuno di loro. Molte regioni hanno previsto la riapertura in tempi diversi, la nostra regione il 24 settembre. Sebbene siano passati tanti mesi, l’attenzione dell’opinione pubblica era rivolta ai banchi con le rotelle (non spetta a noi valutare che quella tipologia di seduta sia o sarà la garanzia anti contagio) dimenticando che intorno alla “sistema scuola” ruotano moltissime persone, ruota un sistema economico e magari ci si aspettava una serie di soluzioni a problematiche operative che, ancora oggi, sono complicate da realizzarsi (si pensi al potenziamento dei trasporti pubblici, ai rilevatori di temperatura, alla tempestività dei tamponi per i casi sospetti, alle sedi ove essi potranno essere praticati, alla gestione della quarantena delle famiglie, agli spazi dove costringere gli alunni a stare a debita distanza etc.). Abbiamo visto spesso politici polemizzare le scelte fatte dal governo, ma spesso questo ha lasciato intravedere una certa non chiarezza nelle scelte e spesso un’approssimazione delle soluzioni. Certo, fare delle scelte in una situazione del tutto nuova e complica non è semplice, ma il supporto di tante commissioni ed esperti scientifici probabilmente ha rassicurato molti. Ma non dobbiamo nasconderlo, questi spesso hanno creato più paura e confusione che chiarezza e responsabilità da parte di ciascuno! Forse bastano poche regole che tutti rispettino. È stato entusiasmante vedere il ministro dell’Istruzione rispondere agli attacchi dell’opposizione e dell’opinione pubblica ma anche alcune volte non dare risposte certe e rassicuranti circa la scuola. La scuola è la ninfa vitale di uno stato civile che mette al centro la persona umana. Che emozione vedere la ministra fotografata intenta a lavorare presso il ministero con le opere di don Lorenzo Milani sulla scrivania ha lasciato intravedere in molti di noi la sapienza, l’amore e la semplicità di questo uomo che ha segnato e sognato una scuola nuova per il suo tempo e che può essere faro per la nostra scuola. Quella scuola che lo stesso don Milani attacco poiché voleva mettere da parte i più fragili e meno fortunati. Certo, sentire quotidianamente assunzioni per la scuola, sentire fior di investimenti fa entusiasmare chiunque, perché nella scuola vi è il futuro di uno stato. L’idea che uno Stato si trovi ad affrontare una crisi economica e sociale mai prevista e che continui ancora ad acquistare aerei e armi piuttosto che costruire scuole, palestre, biblioteche, borse di studio, centri giovanili ecc. incute molte perplessità e paure. Lo stesso don Milani che esortava ad amare i poveri e i fragili sembra un uomo di altri tempi poiché in questi giorni vediamo tante persone ammassate nei vari centri di accoglienza. Fragili come i tanti insegnanti che non si sono sottratti al proprio dovere durante la
chiusura e sono pronti a iniziare un nuovo anno scolastico tra paure e incertezze e che spesso per molti appaiono come persone timorose e pigre. Secondo don Milani la povertà non è data dal conto in banca ma dalla povertà della conoscenza e dell’uso delle parole e la scuola diventa l’unico strumento di elevazione e giustizia sociale. Per questo non dimentichiamo che la scuola è uno strumento per formare le menti, passioni, coscienze e segni di speranza e che senza di essa uno Stato non è uno stato.
Pertanto affrontiamo con coraggio e speranza la riapertura delle scuole perché non possiamo ritardare la formazione dei nostri giovani con tutte le precauzioni del caso e il rispetto delle norme.
Michele GENCO