Attraverso le biografie del brigante Carmine Crocco e del generale Emilio Pallavicini di Priola, suo instancabile persecutore, due nemici le cui vite per alcuni anni si intersecano, l’autore Carmine Pinto, professore ordinario presso l’Università di Salerno, considerato uno dei maggiori storici del brigantaggio, affronta da due diversi punti di vista e col sostegno di un autorevole apparato documentario una delle più grandi difficoltà che il nuovo stato unitario italiano si trovò ad affrontare e che per poco non fu causa di una vera e propria guerra civile, mettendo in pericolo la stessa esistenza di numerose popolazioni meridionali.
Crocco e i suoi briganti appaiono come la personificazione del braccio armato dell’antico potere feudale del sud che si impone con la violenza sulle popolazioni ad esso soggette, Pallavicini è l’uomo dello stato moderno, esponente del nuovo ordine politico e sociale.