“Abbiamo cercato lo sparo, la nostalgia, lo scoppio, l’assalto, la resa, l’amore. Tutto questo é ancora lì, nel maestoso silenzio del Campo 65, ed in questo vuoto appare la vita in tutte le sue forme, una ricchezza, una memoria creata da dodicimila cuori”. (Carlo La Manna)
Sulle piattaforme Facebook, Instagram e Youtube il teaser del video documentario di Maria Moramarco su Campo 65. Regia di Gianfranco Pannone e Valerio Burli. Con le canzoni di Maria Moramarco ed Ensemble Campo 65. Prodotto da Suoni della Murgia insieme a Puglia Sounds Producers 2023.
Qui l’indirizzo google drive per visionare il teaser a beneficio degli organi di informazione: https://drive.google.com/file/d/1QwcsJlQArvPGP0Z0-MTzIqRpB3MFZ-O2/view?usp=drivesdk
E’ stato pubblicato nei giorni scorsi sulle piattaforme digitali (Facebook, Instagram, Youtube), il teaser (estratto) del video intitolato “Il grano il cielo il filo spinato”, di Maria Moramarco, autrice e cantante, con la regia del documentarista Gianfranco Pannone e di Valerio Burli, ispirato alla vicenda di Campo 65, la più grande struttura di detenzione in Italia per prigionieri degli eserciti alleati durante la seconda guerra mondiale, che sorgeva sulla strada tra Altamura e Gravina in Puglia (Bari). Il progetto, presentato dall’associazione Suoni della Murgia, è vincitore del bando Puglia Sounds Producers 2023. Per ora è possibile visionare una breve anticipazione del video documentario multimediale (circa 2 minuti e 20). Il prodotto completo (circa 20 minuti), sottolineato dalle canzoni e dalle musiche di Maria Moramarco e dell’ensemble Campo 65, arriverà sulle piattaforme a fine mese, il 26 ottobre.
Pur essendo collocato in un’area lontana dai fronti di guerra principali, attraverso Campo 65 è passata la storia del primo Novecento. Si tratta di una vicenda che per anni è stata in parte rimossa, restando quasi sconosciuta alle popolazioni del circondario. Nel periodo tra il 1942 e il 1943, Campo 65 ospitò circa 12 mila prigionieri del Commonwealth britannico di diverse nazionalità, catturati dalle forze armate dell’Asse sul fronte bellico nord africano e condotti in Italia. Proprio ispirandosi a quella vicenda Maria Moramarco ha scritto i testi e ha composto le musiche di alcune canzoni insieme a Luigi Bolognese, mentre i brani strumentali sono stati composti dall’ensemble Campo 65 (Carlo La Manna, Adolfo La Volpe, Fabio Mina, Francesco Savoretti). Presto le composizioni potrebbero essere inserite in un disco. In questi ultimi anni sono state proposte sporadicamente dal vivo riscontrando un grande interesse e suscitando viva emozione. Nel frattempo alcune canzoni (“Uailì de La Guerra”; “La Lettera”, presente già su Spotify https://spotify.link/WJfVzq6USDb; “Il capraio”) e due brani strumentali costituiscono la colonna sonora del video documentario realizzato grazie alla programmazione di Puglia Sounds e intitolato “Il grano, il cielo, il filo spinato”, nel quale la grande storia del Campo, dimenticata per anni, incontra la musica e il linguaggio cinematografico. E per di più con un respiro internazionale. A firmare la regia Gianfranco Pannone, autore di diversi documentari, alcuni prodotti dalla Rai, e finalista ai Nastri d’argento e ai David di Donatello, e Valerio Burli che si è occupato anche del montaggio e dell’editing. Nel documentario immagini e testimonianze provenienti dal passato si alternano a interviste e riprese video dell’attuale condizione del campo che sconta un annoso abbandono. Un racconto sottolineato da canzoni di grande impatto evocativo.
I testi dei brani sono in dialetto, solo nel caso della canzone “La lettera” vengono utilizzati sia il dialetto che la lingua inglese proprio per stabilire una connessione tra il territorio e la comunità internazionale dei prigionieri provenienti da diverse parti del mondo che è passata da questa vera e propria città, sorta nella Murgia, benché separata dalle altre. Le loro storie trovano eco oggi nei documenti e nei racconti dei discendenti di quei soldati. Il tema prevalente delle canzoni è quello della guerra, tristemente tornato di grande attualità negli ultimi anni: la paura, l’incertezza, la disperazione per l’assenza dei congiunti al fronte (proprio come ne “La Lettera”). Ma emergono dai testi anche le condizioni sociali della comunità agricola del territorio, il livello di miseria e il pesante lavoro dei campi che potevano perfino essere un inferno più duro della guerra.
“Ho attinto anche al materiale della tradizione – spiega Maria Moramarco, da diversi anni impegnata nelle ricerche e nella riscoperta dei canti dell’Alta Murgia – per raccontare la guerra come lontananza, il lamento di una donna, la disperazione dell’assenza e la mancanza di notizie di qualcuno dei suoi cari partito per la guerra come fatto storico ma allo stesso tempo così attuale”.
Il video documentario “Campo 65-Il grano il cielo il filo spinato”, realizzato grazie alla programmazione di Puglia Sounds Producers, verrà presentato in anteprima nella sua versione completa al pubblico e alla stampa a Bari il 24 ottobre, alle 17, nell’auditorium del Dipartimento di Ricerca e Innovazione Umanistica (Dirium) dell’Università degli Studi, nel complesso di Santa Teresa dei Maschi (città vecchia-strada Torretta). Seguirà un recital durante il quale verranno eseguite le canzoni contenute nel video documentario. Interverranno Paolo Ponzio, direttore del Dipartimento; Giuliano De Felice, docente di Archeologia dell’età moderna e contemporanea (Dirium) dell’Università degli Studi di Bari; Domenico Bolognese, presidente associazione Campo 65; Maria Moramarco, voce; Luigi Bolognese, chitarra; Angelo Michele Di Donna, letture.
Il 27 ottobre alle 17.30 è in programma la presentazione del video nel Teatro-Multicinema “Mangiatordi” di Altamura, nell’ambito della terza rassegna storica internazionale organizzata dall’associazione Campo 65 su Luoghi e Memorie del 900, dal titolo “Liberazione, Altamura 1943”. Interverranno Domenico Bolognese, presidente dell’associazione Campo 65; Giuliano De Felice, docente di Archeologia dell’età moderna e contemporanea del Dipartimento di Ricerca e Innovazione Umanistica (Dirium) dell’Università degli Studi di Bari; Maria Moramarco, voce; Luigi Bolognese, chitarra; Angelo Michele Di Donna, letture. Anche in questo caso alla presentazione seguirà un recital.
“Il grano il cielo il filo spinato” è stato promosso dall’associazione Suoni della Murgia, in collaborazione con associazione Campo 65, da un’idea di Luigi e Domenico Bolognese. Musiche di Maria Moramarco e Ensemble Campo 65. Regia di Gianfranco Pannone e Valerio Burli. Montaggio e post-produzione di Valerio Burli. Riprese di Lorenzo Lattanzi, Jacopo Brucculeri e Valerio Burli. Suono in presa diretta Jacopo Brucculeri.
Nel teaser il brano “La lettera” (Moramarco-Bolognese) è eseguito da Maria Moramarco, Luigi Bolognese, Carlo La Manna e Francesco Savoretti.
Video realizzato grazie alla programmazione Puglia Sounds Producers 2023. Operazione finanziata a valere sul “Fondo Speciale per la Cultura e Patrimonio Culturale Legge regionale 40 del 2016 art. 15 comma 3”
Per i colleghi: sarà possibile effettuare delle interviste prima delle presentazioni, sia a Bari che ad Altamura, ma anche al termine delle stesse.
Il presente comunicato vale anche come invito per gli organi di stampa a partecipare alle due presentazioni a Bari e Altamura.
Qui, di nuovo, l’indirizzo google drive per visionare il teaser a beneficio degli organi di informazione per l’uso che ritengono:
https://drive.google.com/file/d/1QwcsJlQArvPGP0Z0-MTzIqRpB3MFZ-O2/view?usp=drivesdk
CAMPO 65-PASSATO E PRESENTE (SCHEDA)
Nel periodo tra il 1942 e il 1943, Campo 65 ospitò circa 12 mila prigionieri del Commonwealth britannico di diverse nazionalità, Gran Bretagna, Canada, Sudafrica, Australia, Nuova Zelanda, Cipro, Palestina ecc.., catturati dalle forze armate dell’Asse (in particolare Italia e Germania) sul fronte bellico nord africano e condotti in Italia. Ma forse il numero fu anche maggiore visto il continuo turn over. Su un numero complessivo di una ottantina di edifici, 36 erano le baracche riservate ai prigionieri. Oggi sopravvivono una dozzina di strutture tra cui la palazzina comando, alcune purtroppo instabili e fatiscenti. A seguito dell’8 settembre e durante l’ultima parte del conflitto, Campo 65 venne usato come campo di addestramento di partigiani per la liberazione della Jugoslavia. Infine, nel periodo post bellico e fino ai primi anni sessanta, accolse i profughi italiani provenienti dall’Istria, dalla Dalmazia. dalla Venezia Giulia e dalle ex colonie. L’area, una trentina di ettari, è di proprietà del Comune di Altamura.
Da qualche anno Campo 65 è diventato oggetto di una riscoperta ad opera dell’associazione Campo 65, con il contributo di Regione Puglia e Comune, di studi e ricerche storiche, rassegne, convegni, catalogazioni, consultazione di documenti e diari, piccole opere di salvaguardia, collaborazioni con scuole ed enti prestigiosi, rievocazioni, visite guidate, celebrazioni, incontri con i figli dei prigionieri, perfino di scavi archeologici (per la precisione archeologia del contemporaneo), in collaborazione con le Università degli Studi di Bari e Foggia e autorizzati dalla Soprintendenza. Attorno al Campo, e grazie al web e ai social, si è creata una grande comunità di patrimonio internazionale che si arricchisce di sempre nuovi contatti, storie e amicizie in giro per il mondo, con l’obiettivo di tutelare, recuperare e valorizzare l’area, di contribuire allo studio e all’approfondimento della storia del Novecento e di farne un luogo della memoria vissuto e accogliente.
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Ufficio Stampa Suoni della Murgia – Pasquale Dibenedetto
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