La notizia di questi giorni della volontà dei proprietari, un fondo americano,(al quale l’attuale governo ha venduto la rete TIM) della Magneti Marelli di trasferire la produzione da Crevalcore(Bologna) a Bari, ha provocato la protesta in tutta Italia. Il futuro di 229 operai è a rischio. La Marelli produce componentistica elettrica-elettronica per veicoli e comincia a non reggere più la concorrenza che è lo strapotere cinese nel campo delle auto elettriche. Questo problema impone una grande trasformazione strutturale, un cambiamento del paradigma di energie fossili, molto più veloce di come sembrava qualche anno fa, ma non dobbiamo farci travolgere: Dobbiamo adeguarci, utilizzando più energie rinnovabili, abituarci ad usare sempre di più auto elettriche, perché dobbiamo renderci indipendenti dalla Cina e da altri fornitori a rischio, dobbiamo essere in grado di farci da soli molti prodotti o componenti di prodotti che ci servono. Si apre una pagina nuova e ricca di rischi in questi cambiamenti, perchè alcune imprese potrebbero avere difficoltà, il pensiero va alla Bosch di Bari chiusa da qualche anno con gli operai ancora in cassa integrazione, ma apre ampie possibilità. Si realizzeranno nuovi impianti con la relativa occupazione, pensiamo alla fabbrica che produrrà parti di torre eoliche a Taranto o all’annunciato investimento svedese a Modugno per produrre pannelli solari. Quindi ci saranno cambiamenti, fatti certamente di rischi, ma anche di opportunità. Difronte a questo scenario nuovo, è necessario che questo cambiamento lo si governi, a partire dal territorio, per fare in modo che questa volta dovrebbe accadere che il Sud non sia più l’area che paga di più in termini di chiusura di impianti, ma guadagni in termini di opportunità, anche perché il Sud è la terra del sole e del vento e delle nuove energie e quindi ha anche diritto ad essere la terra dove si producono i beni e i servizi che servono per queste nuove energie, quindi la terra delle politiche industriali. Bisognerebbe discutere di più, non basta dare tanti soldi alle imprese che già ci sono, ma occorre che ne nascano nuove, come quella grossa fabbrica che l’Enel ha costruito a Catania per produrre pannelli solari, visitata qualche settimana fa dal Presidente Mattarella, che entrerà in funzione tra breve. Questo non è un tema per specialisti, riguarda moltissimo le nostre vite, perché le notizie di questo genere tenderanno a ripetersi nei prossimi anni, prima lo facciamo e meglio sarà. Nella conferenza sulle “Comunità Energetiche” è stato sottolineato che in base alla legge, sono soggetti di diritto e dentro ci sono persone fisiche, imprese che non hanno per oggetto l’attività energetica e anche le amministrazioni Comunali. Per cui invitiamo il Sindaco della nostra città Vitantonio Petronella, ad attivarle, per combattere quella “povertà energetica”, che mette a rischio l’accessibilità alle persone con basso reddito, essendo un bene primario come l’acqua.
Michele Lospalluto