Nell’anniversario del 50° della scomparsa di T. Fiore parecchi cultori della sua vita scrivono e conferiscono su vari aspetti della sua esistenza storica e politica, anche con mostre fotografiche. Il personaggio viene analizzato maggiormente nel primo ventennio dell’Italia fascista come protagonista dell’antifascismo e delle innovazioni da amministratore e da insegnante. Il mio contributo vuole sottolineare le radici della umanità, della cultura, delle tensioni interiori che lo spingevano a scelte anche radicali fin dall’adolescenza. Ragazzo intelligente, stimato dal padre Vincenzo che desiderava un’ emancipazione dalla condizione servile come era stata la sua esperienza di lavoro da “cavamonti” a manovale a piccolo imprenditore. Con una coscienza cristiana e con uno spirito critico di opposizione alla schiavitù, installava nel figlio la volontà di liberazione. La madre Francesca collaborava con la sua operosità come filatrice per uscire dalla situazione di povertà per ottenere una piccola “borghesia” con proprietà e per una indipendenza di vita sociale. Essi speravano di dare la possibilità ai figli di raggiungere una professione rispettosa quale allora erano quelle del medico, dell’avvocato, del prete, dell’insegnante, (Cfr. Giulia Bordo, In viaggio per la Puglia con Tommaso Fiore, p. 31, Ed. Liceo Scientifico “Federico II di Svevia”- Altamura, novembre 2003). La famiglia scelse inizialmente la via del seminario religioso, dopo le scuole elementari, per un rifugio tranquillo ed educativo adatto allo studio senza distrazioni mondane. Nel seminario a Conversano erano portati i ragazzi altamurani che desideravano avviarsi al sacerdozio vestendo dal primo anno la talare da prete.
Don Ciccio Stasolla, 1883-1966
Tommaso trovò lì il seminarista Francesco Stasolla più grande di un anno, con cui iniziò un’amicizia che durerà tutta la vita, (Basile Vincenzo, La Prelatura“Nullius”nella storia di Altamura del 1900,p. 23, ed. Grafica & Stampa, giugno 2021). Ambedue intelligenti e volenterosi, ma differenti per tradizione familiare in quanto il casato Stasolla proveniva da una ricca azienda agricola che produceva lenticchie per il commercio, come don Ciccio narra in una poesia “ Il piatto di lenticchie di Esaù”, ( Basile Vincenzo op. cit., p. 203). Tommaso dimostrò una vivacità conoscitiva perché non si accontentava del sapere ordinario scolastico, ma riusciva a procurarsi altri testi dalla biblioteca del seminario, che leggeva anche di nascosto per apprendere letteratura e storia: Crducci, Victor-Hugo, Alfieri, Foscolo, Leopardi, Fra Paolo Sarpi, negli anni del liceo. Fu facile per lui superare l’esame di licenza del terzo anno a Bari. Con la maturità lasciava Conversano, non per una Università laica, ma per trasferirsi al Collegio Leoniano di Anagni per i corsi di teologia, dove era già Francesco Stasolla. Per due anni Fiore frequentò la scienza teologica, ma era incerta la sua vocazione religiosa limitata ad un settore di materie sacre, la quale trascurava il sapere laico di cultura letteraria e di storia del Meridione d’Italia con i suoi problemi sociali. Le radici familiari e il senso critico furono così forti che da Anagni si trasferì alla Scuola Normale di Pisa per aver vinto una borsa di studio. Aveva ormai 19 anni nel 1903 essendo nato nel 1884, maturo per scelte diverse secondo i nuovi insegnanti, in particolare Giovanni Pascoli, poeta e critico letterario di formazione principalmente positivista. Tommaso si dedicò allo studio della dottrina sociale di Pietro Gori e del rivoluzionario Krapotki. A Pisa era diffuso il socialismo libertario e il movimento contadino, vicino alle idee anarchiche. Le opere che diedero la base culturale in quel periodo furono in particolare quelle di Antonio Labriola e di Benedetto Croce, unite a quelle dello spiritualismo cristiano e del meridionalismo del molfettese Gaetano Salvemini deputato al Parlamento italiano al tempo di Giovanni Giolitti. Egli non poteva dimenticare del tutto l’esperienza degli otto anni di seminario, vissuti con gli esercizi spirituali, preghiere, messa quotidiana, devozioni sacre. Nel profondo della sua coscienza restava il senso della fede teologica, appresa ad Anagni, perciò rifiuterà sempre il Marxismo e il PCI e si iscriverà poi al Partito d’Azione e accetterà il movimento di Giustizia e Libertà, vicino a Pietro Gobetti. Ormai con la laurea di Letteratura e Storia può cominciare la sua professione di insegnante di italiano e storia, di latino e greco. I due amici Tommaso Fiore e Francesco Stasolla si sono separati culturalmente, ma non affettivamente legati da un rapporto epistolare quando erano lontani. Il secondo completò i suoi studi nel Collegio Leoniano con la laurea in teologia; il 14 ottobre 1906 fu consacrato sacerdote. La loro missione di diversifica per Tommaso nel sollevare le classi meno abbienti, braccianti e contadini di poca terra, per avere giustizia e uguaglianza sociale; per don Ciccio nell’infondere una coscienza evangelica dell’amore tra Dio e le sue creature, espresso anche con una poetica in dialetto, (Basile v., op. cit. pp. 203-206). Accenneremo anche all’”Utopia” di Tommaso Moro martire, e all’”Elogio della pazzia” di Erasmo da Rotterdam teologo umanista, analizzate dallo scrittore Tommaso Fiore. Vincenzo Basile