Damiano Stellacci è un ostetrico-ginecologo nato 76 anni fa a Bitonto. Dice di se’: “sono fortunato per aver vissuto gli ultimi anni nel Neolitico, perché di Neolitico vero si trattava, se consideriamo che le strade erano pavimentate con ciottoli ed i primi giochi, avendo a disposizione pietre, erano le famose <guerre a pietre>. E ancora per poterne essere testimone in questa civiltà che, oltre al consumo e lo spreco, non propone nient’altro”. La sua formazione professionale è avvenuta “principalmente fuori dai canoni ufficiali”. I due momenti fondamentali risalgono agli anni 1975 e 1976, per essere “diventato responsabile del Consultorio istituito a Bari dal Partito Radicale, “Centro per la salute della donna”, per rispondere alle domande delle donne in un periodo in cui nel nostro paese infuriava la battaglia sull’aborto e per averle sostenute. Contemporaneamente si è dedicato allo studio della coagulazione e in particolare all’uso dell’eparina nelle gestosi. Un altro studio importante l’ha fatto in citologia con un gruppo di giovani donne laureate in medicina e biologia, in particolare sulle recidive, somministrando un questionario sulle abitudini alimentari. Da qui è nato il suo modello. “Un percorso di vita e di lavoro che mi ha portato a formulare le teorie e dare le risposte che troverete in questo diario”. Questo libro, è un diario, stampato come un diario di ogni lettore, che annota in ogni scheda nella quale sono elencate le patologie, i suoi appunti. “E’ un viaggio che ci immette per una selva oscura che ci porterà senz’altro a fare delle osservazioni su ciò che è l’uomo……..”. Questo libro si rivolge a chi preferisce essere e non apparire, a chi preferisce non ammalarsi, piuttosto che curarsi, principalmente alle nuove generazioni, senza progetti e riferimenti, più a rischio di condizionamenti e manipolazione, in un mondo privo di Speranza. I proventi di questo volume e i fondi raccolti, saranno utilizzati per sostenere i punti nascita, sostenere scuole primarie, contribuire a costruire una barriera verde per arrestare l’avanzamento della desertificazione nei paesi più poveri dell’Africa. L’intervista.
E’ possibile non ammalarsi? Quale è la risposta?
La risposta è il mio diario alimentazionesalute, una parola sola, perché tra le due il legame è indissolubile e poi se è vero che si è quello che si mangia, ancora di più si mangia quello che si è.
Parla di diario?
Sì, diario, perché se la salute è un traguardo, il suo raggiungimento prevede un percorso.
Tenendo conto della tua età e della tua iperattività, cosa vuole fare ancora?
Non ho deciso ancora, visto che, oltre il medico, mi piace e mi piace e mi piacerebbe fare l’ingegnere, l’architetto, il muratore, il contadino, l’antiquario, il cuoco e tante altre cose. Pensa che per scegliere la Facoltà di Medicina ho impiegato due anni e non sono ancora convinto di aver fatto la scelta giusta.
Per questo motivo la tua formazione è avvenuta fuori dai canoni tradizionali?
Assolutamente sì. E’ stato questo formarmi fuori dai binari tradizionali, la convinzione di non aver fatto la scelta giusta e la mia iperattività, che mi hanno consentito di vivere ininterrottamente trent’anni della mia vita nell’ospedale di Bitonto, sino al giorno della sua chiusura, nel marzo del 2003, senza aver mai goduto un giorno di ferie e di festività, fra l’altro mai retribuite.
Per vivere in maniera più sana, non ammalarsi, cosa bisogna fare?
Bisogna ascoltare in continuazione il nostro corpo e chiederci cosa siamo, da dove veniamo, di cosa siamo fatti. L’insegnamento ci viene da Socrate che con il suo conoscere se stessi, ci avverte che alla fine del viaggio della conoscenza non c’è nessuna certezza che ci aspetta, nessuna verità che avremo conquistato, ma che le stesse consistono nell’intraprendere il viaggio in sé, insomma un percorso non un traguardo.
Dove ci porta questo viaggio?
Il mio essere ginecologo, unito alla somma dei miei interessi, delle mie competenze, dalla letteratura antica italiana a quella greca, alla storia delle religioni e alle consuetudini della civiltà contadina, mi hanno fatto intraprendere un viaggio e mi hanno fatto scrivere un diario di bordo che pone l’accento in modo particolare sull’importanza di una alimentazione che rispetti le esigenze del nostro corpo, con il pressante suggerimento di seguire una dieta non nociva e che utilizzi i doni genuini della terra.
Il libro sarà presentato sabato 24 giugno alle ore 18 presso l’ex Conservatorio Santa Croce :
Introduce Michele Lospalluto, Coordina Titti Vicenti, dialoga con l’autore il dott. Pietro Scalera.
Michele Lospalluto