Il fenomeno delle rievocazioni storiche ha conosciuto, negli ultimi decenni, una grande fortuna e diffusione non solo a livello globale, ma anche in Italia.
Col termine rievocazione s’intendono quegli eventi pubblici promossi dalla società civile che si collocano in quelle forme che vanno sotto il nome di cultura popolare accomunati dalla volontà di far rivivere il passato e che, spesso, identificano fatti e personaggi propri di una città, o di una regione o di un più vasto territorio, attraverso performances di massa.
Esse rappresentano una vera e propria forma di divulgazione storico-culturale di eventi e storie di vita provenienti dal passato che si caratterizzano per i loro costumi, ricostruzioni di ambienti e manufatti d’epoca. Tali manifestazioni rievocative sono in grado di coinvolgere gruppi molto vasti ed eterogenei di volontariato civile in cui il confine tra attori e spettatori è reso molto labile.
Esse contribuiscono allo sviluppo turistico economico locale e alla conservazione e diffusione della conoscenza e valorizzazione del proprio patrimonio culturale.
Valorizzare il passato vuol dire metterlo in comunicazione con il presente per rendere i luoghi inclusivi, accrescerne la conoscenza, plasmando la nostra identità e la nostra vita culturale anche nella dimensione della legalità.
Dobbiamo imparare a vivere il patrimonio come risorsa delle comunità, come un bene comune di cui prendersi cura per vivere la bellezza del nostro Paese, come risorsa educativa ed opportunità di sviluppo.
Per far ciò è necessaria una buona conoscenza del bene, tramite procedimenti di verifica, garantirne la sua integrità, identità ed efficienza in modo coerente programmato e coordinato.
Ricordare è importante perché ci permette di restare anche dopo l’immediato presente; ed è grazie alla memoria che possono esistere le tradizioni che rendono il mondo interessante. Esse infatti restituiscono una memoria più tangibile rispetto alla semplice operazione del ricordare poiché riescono a rendere presenti alcuni aspetti che diversamente non si potrebbero neppure concepire.
Ogni cultura, etnia o gruppo di persone ha proprie usanze e proprie tradizioni i cui custodi sono gli storici che hanno accesso alle conoscenze e che si impegnano a mantenerle vive.
Esse sono le nostre stesse radici, la nostra identità, senza tradizioni ci espone ad un futuro molto fragile ed instabile dal momento che l’identità culturale non è un’acquisizione permanente, ma va conservata e curata perché non si perda. Coloro che viaggiano amano la scoperta delle tradizioni, del luogo che visitano: cucina, costumi, danze etc. Tantissimi sono quelli che vogliono sentirsi avvolti dal luogo che stanno visitando ed è ciò che rende speciale ed unico un certo luogo. Inoltre esse permettono di riscoprire nuove sensazioni, nuove conoscenze interrompendo il ritmo frenetico della routine; se ben valorizzate possono essere un’ottima opportunità di sviluppo e, seppur nelle loro differenze, possono far emergere le diverse identità nell’ottica di un reciproco rispetto e riconoscimento. Il patrimonio culturale è quindi il risultato di più tradizioni, possiamo definirlo dinamico perché è in continua evoluzione.
Agli storici spetta dunque il compito di divulgare e valorizzare la storia intesa come recupero delle memorie locali nella loro espressione più ampia possibile.
(a cura di Rosaria AVELLUTO presidente in carica dell’Associazione Culturale AUDAX ALTAMURA)