APRE LA CAMPAGNA ELETTORALE. PRIORITA’ LA CULTURA COME VALORIZZAZIONE DEI LUOGHI, DEGLI UOMINI E DELLE COSE, TURISMO E COMMERCIALIZZAZIONE
Quando un politico, in questo caso un candidato sindaco, annuncia come impegno del suo mandato la “Cultura” come priorità, a coloro che la vivono e la respirano, si illuminano gli occhi, hanno un effetto rigenerante, è ossigeno come per un enfisematoso. Di rado si sente pronunciare specialmente in campagna elettorale la parola “Cultura”. La “Cultura è politica e la politica è cultura”, proprio questo concetto è scomparso dalla politica italiana. Oggi la politica è stata svuotata di cultura e si evidenzia dalle relazioni dei politici, vuote, di bassissimo profilo e spessore e rimane solo ed esclusivamente il becero interesse personale, l’affarismo. Sabato 18 il candidato sindaco Gianni Moramarco, avvocato penalista, fondatore prima del “Federicus” e poi di “Algrama”, ha presentato il suo braccio destro futuro suo vice, il dott. Pasquale Lorusso attuale direttore del GAL e le sei liste che lo sostengono, Azione Civica, Azione con Calenda, Insieme per Altamura, N.O.I., Innoviamo, Siamo Altamura. “In questi 10 anni siamo riusciti a produrre esempi di organizzazione, un modello per poter dare una svolta economica alla città e sono 10 anni che si parla finalmente di turismo. Una città nella quale si è parlato esclusivamente di edilizia, di salotti, di cereali, da 10 anni abbiamo scoperto questa 4^ via del turismo”. E’ chiaro che si riferisce alle attività prima di “Federicus” e poi di “Algrama”. “Mi hanno convinto i tanti amici delle liste civiche che mi appoggiano, mi hanno invitato a coordinare le loro idee e azioni. Lo strumento del civismo del civismo è importante, è l’alternativa per raccogliere le iniziative dei cittadini, ma bisogna stare attenti al trasformismo. Non possiamo più permettere di votare Sindaci e Presidenti senza mestiere, rappresentanti che non abbiano un’identità nel mondo del lavoro. Questo movimento rappresenta una discontinuità con il passato. Il messaggio alle forze politiche, sociali, ai movimenti: ci presentiamo come alternativa, ma siamo aperti all’altro mondo del civismo, alle forze alternative, a quei laboratori che sappiamo essere vivi nella città, che operano da tempo. Ci auguriamo che anche a destra ci sia voglia di rinnovarsi e svecchiarsi, ci rendiamo conto che questa forza non è sufficiente a dare una svolta decorosa a questa città, abbiamo bisogno di altre energie dai vari mondi anche della destra, siamo pronti a recepire proposte che portano forte innovazione a questa città”. Moramarco ha proposto nel programma la Cultura al centro e ha lanciato la candidatura di Altamura capitale europea della cultura, collegata ad attività culturali di primo piano e non di terzo come si fanno ora e di rilevanza interregionali. Una cultura che riveda la nostra storia, valorizzi le tradizioni che si stanno perdendo, valorizzi siti come l’uomo arcaico e le orme dei dinosauri e valorizzi persone che hanno dato lustro a questa città a cominciare da Saverio Mercadante. A questo proposito ha proposto che si diffonda attraverso la filodiffusione usata a Natale lungo il corso, la musica di Mercadante, per farla conoscere a chi non l’ha mai sentita. Le sagre dei prodotti della nostra terra, come le DECO (denominazione comunale d’origine) ha ribadito, sono essenziali per valorizzare e far conoscere i nostri prodotti. “Siamo figli del 1799 che è figlia dell’Università Regia di Altamura che è relegata nella storia. Dobbiamo impegnarci per avere una sede universitaria nella nostra città, che valorizzi i valori dei nostri prodotti, con specializzazioni sui cereali e sull’arte bianca. Questo è il suo grande sogno, insieme alla istituzione di una scuola per insegnare il dialetto e tramandarlo alle nuove generazioni. Altri sogni, costruire monumenti al pane, al grano, ai salotti e a tutto quello che si fa in città. Prima della chiusura ha ricordato che i 70 mila abitanti della città vanno ognuno per conto proprio in una sorta di anarchia generalizzata e nessuna volontà di convergere. Questo per segnalare quello che da anni vado scrivendo: manca il senso di comunità che va ricostruita. Infine per il programma ha fatto riferimento ai 17 obiettivi dell’agenda 2030, che sono indicati ed esplicitati nei vari temi, ma che vanno tradotti in progetti e realizzati attingendo i finanziamenti previsti.
Michele Lospalluto