L’inno delle lodi nel tempo di Avvento canta: “Si desti il cuore dal sonno, non più turbato dal male; un astro nuovo rifulge, fra le tenebre de mondo”. Molti simboli della ricorrenza della natività del Bambinello di Betlemme invitano ad alimentare la fede cristiana in Gesù Cristo, Figlio dell’Altissimo, come si espresse l’arcangelo Gabriele alla Vergine Maria. Nel prologo del vangelo di san Giovanni quel neonato è chiamato il “Verbo si fece carne”. La Parola di Dio, Sapienza eterna, diventa Uomo per amore dell’umanità. Per questo è definito il Figlio dell’Uomo, la perfezione umana, che rende visibile la divinità del Dio Padre che crea, dal nulla, per amore la realtà universale. La scienza non sa dire come sorge il big bang, l’inizio dell’universo, che si espande in un tempo del passato e continua. Essa sa constatare l’esistenza, ma non scopre l’autore. La fede è capace di indicare il creatore e di avere la testimonianza di Colui che si dona per il bene dell’umanità. Né scienziati, né filosofi, né inventori creano, ma soltanto scoprono forze ed elementi, già esistenti nella natura, li combinano e li trasformano come artigiani ricavando nuovi oggetti anche strepitosi. Non scoprono la divinità. Chi crede può dire: “ Io credo nel Dio di Gesù Cristo”. Il Messia, atteso dal popolo d’Israele, non è un profeta, ma il Cristo consacrato come rispose Pietro alla domanda di Gesù: “Cosa dice di me la gente? Voi cosa dite”? Gesù nasce per liberare il mondo dal peccato, che si manifesta nelle guerre, nel razzismo, nel potere dei dittatori, che rendono schiavi i sudditi e non liberi cittadini. L’odio, scaturito dall’egoismo del singolo, dei gruppi di potere, delle nazioni, delle sette religiose, distrugge la pace e la fraternità. La speranza di una nuova umanità viene testimoniata con la liturgia della Chiesa, che rinnova il memoriale del Natale per gli esseri viventi che desiderano e rispettano l’origine della loro nascita naturale avvenuta per amore. Scrive il profeta Geremia: “Dio farà nascere da Davide un germoglio di giustizia: riporterà sulla terra il giudizio e il diritto. Lo chiameranno: Signore, nostra giustizia”. I veri simboli natalizi non sono quelli commerciali che possono dare solo un senso effimero di esultanza e di pace fin quando dura il tempo natalizio, ma quelli che cambiano la mente e il cuore per una interiorità che spinge a costruire l’amore e la pace. Così viene distrutto il male che è in noi, divenuti capaci di agire per il bene comune e di costruire fraternità che duri per sempre. Ecco come vivere il vero Natale! Purtroppo i costruttori di pace saranno sempre perseguitati per essere una spina nella coscienza dei malviventi. Gesù è stato perseguitato fin da bambino. La madre Maria e Giuseppe furono costretti ad emigrare in Egitto per salvare il figlio dalla persecuzione di Erode. La gloria di Gesù si manifestò sulla croce come espressione di amore e misericordia. L’estremo sacrificio fu la porta per la sua risurrezione. Questa fede in Lui, scrive san Paolo, è la forza per vincere tutte le persecuzioni subite dai cristiani e superare i sacrifici della vita terrena. Gesù nasce per la croce e la risurrezione anche dell’umanità.
Vincenzo Basile