SERVIZI SEMPRE PIU’ CARENTI. IL RISCHIO CHE IL DIRITTO ALLA SALUTE NON VENGA GARANTITO E’ REALE CON LA PRIVATIZZAZIONE SEMPRE PIU’ SFRENATA DEI SERVIZI. PER DIRE NO UNA MANIFESTAZIONE DI PROTESTA A NOVEMBRE PRESSO L’OSPEDALE DELLA MURGIA
Da queste pagine da anni vi racconto delle inefficienze dei servizi, delle carenze di personale e delle lunghe liste di attesa, oltre al degrado delle nostre strutture territoriali, a partire dall’ospedale della Murgia a finire ai servizi territoriali che sono chiamati P.T.A.(Presidi territoriali di assistenza) e non lo sono per le carenze e in applicazione della riforma della medicina territoriale dovrebbero diventare Case di Comunità. Lo stato di degrado, pavimenti rotti e ambienti deprimenti, in cui opera (prefabbricato-container ex laboratorio di patologia medica) il servizio di D.C.A.(Disturbi del comportamento alimentare) presso l’ex ospedale di Altamura, è a dir poco vergognoso e indegno per la dignità dei pazienti(molto vulnerabili)i e degli operatori. Pare che nel piano di ristrutturazione non è previsto quel servizio. Le liste di attesa per operare un’ernia sono lunghissime nonostante ci siano nove chirurghi, ma mancano gli anestesisti. Quindi i dati di produttività in area chirurgica sono bassissimi. Ma se un paziente ha i soldi per una prestazione a pagamento (attività intramoenia o extramoenia) si aprono le sale operatorie il giorno dopo. Se a un direttore di struttura(ex primario) gli viene concessa di svolgere l’attività privata fuori dalle strutture pubbliche(in extramoenia) perché deve preoccuparsi delle liste di attesa che sono sempre più lunghe? Qui la domanda seria, ma inquietante, è con quale criterio attivano le liste di attesa per gli interventi? Chi controlla e come controlla? Anni fa esisteva presso l’ospedale un sistema informatico che faceva le liste di attesa, sistema costato alcune migliaia di euro, ma mai utilizzato. Ora si sono allungate anche le liste di attesa per gli esami di laboratorio. A causa dei tetti di spesa superati dai laboratori accreditati con la ASL, svolgono esami solo a pagamento, per cui l’attività verso il pubblico è aumentata, com’è aumentata l’attività verso i pazienti con codice 048 (affetti da tumore), quest’ultimo un grave segno per il territorio.
Le difficoltà del pronto soccorso continuano, non solo per carenza di operatori, ma anche per attività non proprie. La scarsissima attività in ostetricia, la più problematica, continua, con scarse nascite e poca attività chirurgica, anche per mancanza di semplici strumenti come l’isteroscopio o altri strumenti adeguati alle nuove tecnologie. Chi ha interesse a mantenere questo degrado e queste inefficienze? Gli interessati sono tanti, ma le responsabilità sono dei dirigenti, che vengono chiamati a contrattare i budget e gli obiettivi, difronte ai tagli di fondi, con conseguenza di tagli di servizi, devono prendere posizione, non devono accettare scelte che mettono a rischio il diritto alla salute, perché di questo si tratta. Negli ultimi dieci anni hanno tagliato tutti i governi di sinistra e di destra oltre 30 miliardi di euro, spingendo sempre più i cittadini verso il privato(la spesa privata dalle tasche dei cittadini è fortemente aumentata) partendo dall’intramoenia e creando la peggiore e la più disumana(si tratta di salute) delle disuguaglianze. Questa privatizzazione in atto da qualche decennio spinge verso lo smantellamento del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) ed è ora che il problema diventi oggetto di discussione pubblica, è un presidio democratico di tutela della salute e soprattutto di manifestazione pubblica di tutti i cittadini al di fuori delle appartenenze di partito. La salute non ha colore politico.
Michele LOSPALLUTO