Il nostro giornale “Altamura in dialogo” e il “Comitato tutela della salute e ambiente”, con i pochi mezzi a disposizione ha organizzato due giorni di incontri per discutere la proposta di realizzazione di un parco eolico presso la località “Lama di Nebbia” a 4,3 Km di distanza da Altamura. Il 24 febbraio scorso il confronto è avvenuto con i cittadini e c’è stata una buona partecipazione e un confronto proficuo, con proposte e osservazioni tecniche. del primo marzo, che abbiamo fortemente voluto, con il mondo del lavoro e associativo, organizzazioni datoriali e dei lavoratori e della cultura e turismo, non è stato partecipato, erano presenti, delle quaranta organizzazioni invitate, solo due, la Proloco e la Coldiretti e un gruppo di tecnici e cittadini erano presenti, mancava anche il governo della città. Nonostante la scarsa partecipazione delle realtà organizzate, che riteniamo il cuore pulsante del territorio, probabilmente insensibili al tema, la discussione è stata produttiva. Per allargare la partecipazione abbiamo mandato in diretta Facebook il confronto, chi lo volesse ascoltare, può farlo andando sulla pagina dell’evento. Le nostre osservazioni frutto del confronto con la Comunità, sono state inviate alle istituzioni del nostro Comune, per essere valutate e discusse in consiglio comunale.
PREMESSA. Il momento non è buono e il clima non è affatto sereno per discutere o decidere serenamente e con oggettività sul parco eolico. Troppi fattori lo condizionano e troppe sono le ricadute: la crisi energetica acutizzata dalla guerra in Ucraina, il PNRR, il PNIEC (Piano integrato per energia e clima). Il nostro è da sempre un paese emergenzialista, pare che si esprima di più e meglio in situazioni di emergenza, ma incapace di fare programmi pluriennali, specialmente in materia energetica, come fanno molti altri paesi europei.
IL PROGETTO.
In data 11.08.21 la WDP Altilia srl costola italiana della società madre tedesca che da oltre 20 anni si occupa delle energie rinnovabili, presenta un progetto di impianto per la produzione di energie eoliche, sito nella località “Lama di Nebbia” terreno destinato a produzione di cereali. La superficie totale interessata è di 450 ettari, le pale sono 12 da 6 MW di potenza, con una potenza totale di 72 MW, l’altezza del mozzo è pari a 165 metri di altezza, quella totale fino al punto pala è di 250 metri. Sono pale gigantesche, molto più alte di quelle di via Matera da 1,5 MW di potenza e che usano impiantare nel deserto e nelle zone disabitate. Sono appoggiate su base di 600 metri quadri di cemento armato dello spessore di un metro a sua volta poggiati su 22 piloni di 15 metri per la profondità di 30 metri. Le opere di interconnessione di interconnessione coinvolgono anche il territorio di Gravina. TEMPI E PROCEDURE. L’attuale fase è quella del VIA (Valutazione impatto ambientale) in sede statale, ci sono 3 giorni per le osservazioni, entro il 3 marzo, a far data dal 27.01.22 entro 30 giorni devono essere inviati i pareri degli Enti pubblici. Per quanto riguarda il VIA il parere di competenza è della Regione Puglia che si avvale nell’istruttoria anche del coinvolgimento degli Enti locali, i quali su sollecitazione del dirigente sezione autorizzazione ambientale ad inviare i pareri di competenza nel termine di 15 giorni dal ricevimento della nota di sollecitazione il 22.02.22. Il tutto sarà inviato al MITE (Ministero transizione ecologica).
LE OSSERVAZIONI. Dal confronto dei due giorni sono state presentate queste osservazioni. SITO.
Manca una relazione dettagliata sulla scelta del sito e manca anche una relazione su una proposta di sito alternativo. In quel sito è presente una sorgente di acqua con qualità minerali “La Rossa”, utilizzata dai nostri avi, che potrebbe essere pregiudicata nella sua funzione. PAESAGGIO. Dal punto di vista paesaggistico le pale sono molto impattanti, infatti un turista che arriva da Bari vede come primo oggetto non la cattedrale, ma le pale alte 250 metri. La valutazione sull’impatto del paesaggio, non va considerata nella quantità o nella sola problematica ambientale, riduzione di CO2 ma per il valore culturale e storico del paesaggio e soprattutto per la sua bellezza, alla quale nel nostro bel paese diamo poco peso. Questo impatto ha anche una ricaduta sul turismo. FAUNA. La esagerata altezza delle pale mette a rischio la fauna presente, contravvenendo al regolamento regionale che prevede una relazione tecnica sulla presenza di mammiferi rettili e uccelli, sui luoghi di fuga, di nidificazione e alimentazione, relazione che è carente nel progetto. DISMISSIONI. La dismissione di fine vita delle pale dopo 25 o 30 anni, dalla relazione si evince che smontano e smaltiscono la parte fuori terra, le pale, le torri, mentre i mille e duecento per ogni pala, un totale di 14 mila metri cubi di cemento armato, senza contare le opere accessorie, li lasceranno sotto terra, mettendo a rischi desertificazione quel terreno. COSTI DI DISMISSIONI. I costi totali previsti per le dismissioni sono di 3.300.000,00 di euro su un costo totale dell’opera di 70.000.000,00 di euro. Quei costi di dismissioni non sono inseriti nel quadro economico, in quanto si dice che si ricaveranno risorse dal riciclaggio dell’impianto dismesso. CAMPAGNA ANEMOLOGICA. Per valutare la risorsa eolica di solito si installa nel sito una torre anemometrica per diversi mesi per monitorare la velocità e la direzione del vento, i livelli di turbolenza e la produttività di energia. Da notizie raccolte tra i contadini delle aree attigue, risulta che nessuna torre è stata vista montare o smontare. Inoltre sono state proposte la formazione di un’associazione dei proprietari del sito, di una comunità energetica per tentare di svincolarsi dal mercato. Inoltre dal dibattito è venuto fuori che manca un piano energetico che individui le aree per costruire parchi eolici e impianti di produzione di energie rinnovabili e mancano linee guida sulla dimensione dei parchi e quindi degli aerogeneratori