Paolo Lograno (detto Zampana) altamurano, appassionato di musica e musicista, suona la batteria, ha scritto il libro “Quel gran genio del mio amico. La musica imPOPolare nell’arte di Lucio Battisti. Dagli esordi al 1976”. Un omaggio a Lucio Battisti, uno dei migliori cantautori della musica italiana. L’ho intervistato.
Come nasce questo libro? Solo per amore della musica di Battisti o per quello che ha rappresentato nel panorama della musica italiana?
In realtà nasce da un dubbio. Quello che mi lasciava e tutt’ora mi lascia l’ascolto delle sue canzoni. C’è sempre, in ogni suo pezzo, qualcosa che mi lascia meravigliato. Rallentamenti, cambi di tempo, tutta una sezione che mi piace definire imPOPolare, proprio perché lungi dall’essere POPolare per i canoni dell’epoca, che ritroviamo nei suoi pezzi e che ha cambiato definitivamente la musica leggera italiana, dandole un taglio internazionale.
Chi è quel gran genio del mio amico?
Quel gran genio è sì Lucio Battisti, ma in realtà è il binomio Battisti Mogol, un binomio così straordinario da cambiare anche il loro approccio verso progetti propri. Lucio Battisti infatti si firmava GIAS se firmava pezzi per qualcun altro e LO ABRACEK se invece vestiva i panni del produttore, questo proprio perché quei due nomi, quel marchio di fabbrica non doveva e non poteva svestirsi e abbracciare altri mondi che non fossero quelli cuciti e vestiti da loro e per loro.
Parti dal periodo Mogol paroliere. Quali ricadute, quali influenze ha avuto sulla musica italiana, cosa ha cambiato?
Con Lucio, Mogol si è spinto oltre. Ha costruito delle vere e proprie sceneggiature. I loro pezzi li puoi addirittura vedere mentre li ascolti, nella tua testa, nella tua fantasia. La musica era composta come se fosse la colonna sonora di quei testi e questo ha fatto sicuramente scuola nel modo di scrivere e comporre la musica leggera italiana. C’è poi l’album AMORE e non AMORE dove succede il contrario. Qui è Mogol che inventa, con dei titoli “chilometrici” l’ambientazione per quei pezzi strumentali che Lucio Battisti introduce per la prima volta nella musica italiana.
Il libro è fatto di foto album, disegni originali, ne vuoi parlare?
SI, volevo creare una qualcosa che fosse il più interattivo possibile e grazie a TEODORO UGONE, è venuta fuori questa storia accompagnata anche da delle illustrazioni originali che fanno il paio ai QR CODE che permettono all’ascoltatore di poter accedere col telefonino a quei pezzi citati e descritti e avere subito l’idea della grandezza della musica di LUCIO BATTISTI.
Michele Lospalluto