Luigi è da poco inserito in comunità, è un ragazzo molto solitario che ama trascorrere il tempo chiuso in camera immerso esclusivamente nel suo mondo. A dir la verità, non ha mai accettato la malattia e l’inserimento perché dal suo punto di vista è in perfetta salute e privo di qualsiasi tipo di difficoltà. Con lui è necessario lavorare sulla presa di coscienza e questo non vuol dire rassegnarsi alla presenza di un disagio psichico, al contrario significa lottare, accettarlo e fare del proprio meglio per continuare a vivere una vita del tutto normale. Significa continuare a mantenere vive quelle attività che da sempre lo gratificano e fare di ciò il suo punto di forza, significa imparare davvero a coltivare relazioni importanti con gli altri ragazzi e con noi operatori anche perché al contrario saremmo sempre al punto di partenza: lui e il suo mondo estraniati da tutto il resto. Le prime settimane in struttura sono state per lui molto complesse, doveva abituarsi ad un ambiente nuovo, con gente nuova e a nuove abitudini. Non aveva più il suo seminterrato contenente tutto ciò di cui pensava aver bisogno: la sua chitarra, i suoi quaderni, il suo computer, i suoi fumetti e i suoi disegni. Qui riceveva stimoli completamente nuovi che non subito ha accettato, continuava a preferire la solitudine alla compagnia e il silenzio al dialogo. Ogni qual volta gli si proponeva di uscire anche solo per una passeggiata rifiutava richiudendo immediatamente la porta della sua stanza, ogni qual volta qualcuno dei ragazzi gli rivolgeva la parola rimaneva in silenzio senza dare alcuna possibilità all’altro, ogni qual volta lo si invitava a partecipare ad una attività rifiutava senza pensarci due volte. Sembrava rigettare qualsiasi tipo di contatto con noi, era presente fisicamente ma la sua mente era decisamente altrove. Pian piano però ha iniziato a mostrare i primi segni di apertura, il momento della colazione iniziava a diventare il momento del buongiorno e dello scambio di piccoli sorrisi, quei compagni che inizialmente respingeva adesso sono diventati quasi degli amici con cui trascorrere le giornate ed in particolar modo anche il semplice momento della sigaretta fuori in balcone. Noi operatori pian piano stiamo diventando per lui punti di riferimento perché seppur sempre con molta cautela inizia ad esprimere opinioni, disagi e problematiche. Inizia finalmente a sentirsi parte integrante della comunità. Sicuramente la strada è ancora molto lunga perché non è semplice aprirsi completamente soprattutto quando non si è mai stati abituati a farlo però sono molto fiduciosa e con il passare del tempo sono sicura che i miglioramenti saranno sempre più evidenti e marcati. Tutto al suo tempo.
Carmela CLEMENTE