Il Motu Proprio, ossia il documento decisionale di Papa Francesco, emette una novità per i nostri tempi: “ in forza dell’autorità apostolica istituisco il ministero laicale di catechista”. E’ “Antiquum”: i catechisti ci sono stati sempre fin dai primi secoli della Chiesa. Il Vangelo è stato annunziato dai primi cristiani per effetto del Battesimo ricevuto. Nel sacramento della Cresima l’azione dello Spirito Santo dona le “lingue di fuoco” come nella Pentecoste di Maria SS. e degli Apostoli. Ogni cristiano ha il compito di far conoscere il primo annuncio della fede. Questo è attuato dai genitori, dai padrini, dai nonni, dalla comunità ecclesiale. L’annuncio del catechista non si limita a insegnare, ma a “comunicare e testimoniare la fede”. La funzione dei catechisti esprime una vocazione, una chiamata interiore che lo Spirito Santo infonde nell’animo del battezzato. Il catechista sente il bisogno di donarsi al servizio del prossimo. La “diaconia” diventa un ministero, un ufficio sacro, stabile, riconosciuto dalla comunità ecclesiale. Non è un semplice volontariato a tempo limitato, ma “per sempre” per tutta la vita. Il ministero, seppure laico, parte dall’interiorità dello spirito umano che effonde i proprie carismi.
Alcune domande rivolgo al parroco don Peppino Creanza, che guida e prepara i suoi catechisti.
Al termine dell’anno catechistico si usa fare un bilancio sui risultati ottenuti. In questo periodo di sofferenza a causa della pandemia come è stata svolta la catechesi?
Abbiamo invitato le famiglie a sentirsi protagoniste nell’evangelizzazione dei propri figli. La comunità parrocchiale si è affiancata a loro valorizzando le Celebrazioni, con la Domenica della chiamata dei ragazzi, dell’animazione, della professione di fede e del ringraziamento. Mediante i catechisti volontari, si sono tenuti alcuni incontri in presenza con bambini e ragazzi, nel rispetto delle norme di sicurezza anti-covid, e altri incontri sono stati online, per mantenere vivo il dono della fede e la relazione di amicizia.
Nella tua parrocchia diverse coppie di coniugi si dedicano all’insegnamento del catechismo, come possono essere preparati alla formazione di un ministero secondo le linee del Pontefice?
Le coppie che accolgono con gioia il servizio gratuito della catechesi, già sono testimoni di valori cristiani, che comunicano anche senza parlare. Naturalmente, le coppie che vivono un cammino di spiritualità in un gruppo o in un’associazione possono essere maggiormente generative, riflettendo la bellezza della fede in Cristo morto e risorto. La Lettera Apostolica del Papa sarà esaminata mediante le indicazioni dei Vescovi italiani con attento discernimento della Chiesa in cammino sinodale.
Il Papa scrive: “La catechesi rinnovata ispira ogni ambito della pastorale: carità, liturgia, famiglia, cultura, vita sociale, economia”. E’ un’attività di artigianato per costruire fraternità. Il coinvolgimento dei genitori nell’impegno catechistico, quale beneficio ha prodotto?
Davvero profetica l’intuizione di Papa Francesco nel vedere la catechesi come attività di artigianato
per costruire la fraternità in un cammino di sequela pieno di gioia, che coltiva legami autentici nei vari ambiti della società. I genitori sono stati coinvolti in molte attività della parrocchia per sostenere e conoscere l’impegno dei catechisti verso i propri figli. Fin dal momento del Mandato del vescovo per la diocesi e del parroco per iniziare la missione con la benedizione e la consegna della Bibbia e del testo catechistico con la guida, essi sono stati preparati spiritualmente con un ritiro al Centro Benedetto XIII e con incontri mensili di formazione. La pandemia ha interrotto questa prassi per evitare assembramenti.
LA VOCE DEL PAPA:ANTIQUUM MINISTERIUM
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