Alla fine ha vinto lui! Ciccio Caputo, il ragazzo altamurano partito dall’oratorio della Chiesa del Sacro Cuore è arrivato in Nazionale. Una carriera nata dal niente, passata attraverso l’ostracismo di tanti santoni autoreferenziali che popolano il sottobosco del calcio, ostacolata dall’aver incrociato tanti “predestinati”, ha scritto un’altra pagina importante, e che potrebbe non essere l’ultima. Caputo, ignorato dalle scuole calcio di Altamura, da ragazzino va a farsi le ossa a Toritto, in una società piccola e, dopo essere stato ad un passo dal ritiro in seguito ad un provino andato male, gioca, proprio con il Toritto in Prima Categoria e poi in Promozione. Il ragazzo gioca e segna e finalmente approda nel Real Altamura, all’epoca in Eccellenza. Il calcio professionistico lo assapora a 20 anni, quando passa al Noicattaro, in C-2. Arrivato per fare la riserva, presto si ritaglia un ruolo da primo attore, tanto che l’anno dopo passa al Bari, in Serie B. L’allenatore di quel Bari è Antonio Conte, e sulla carta l’unico attaccante sicuro del posto è il brasiliano Barreto. Per completare la linea offensiva Conte ha a disposizione Kutuzov, in comproprietà con il Parma, ma portato in Italia alcuni anni prima dal Milan, Rej Volpato, in prestito dalle giovanili della Juventus e Corrado Colombo, in prestito dalle giovanili dell’Inter. Caputo è destinato ad essere la quarta punta, di fatto a non giocare quasi mai. E invece, cammin facendo, le gerarchie saltano e Caputo si conquista il posto da titolare inamovibile. Grazie anche a 10 suoi gol, quel Bari sbarca in Serie A e Ciccio, prima di essere ceduto in prestito, fa in tempo a segnare la prima rete nel massimo campionato, contro il Cesena. Tra amore (spesso non ricambiato dalla “curva”), un paio di prestiti, squalifiche e fascia di capitano, resta al Bari fino al 2015, quando ormai 28enne, è costretto a lasciare la sua terra. Sembra l’inizio del declino e invece è l’inizio del lieto fine: a Chiavari con la Virtus Entella segna a raffica (35 gol in 2 anni), ad Empoli si migliora (42 in due anni, 26 gol nell’anno della promozione e altri 16 in Serie A), a Sassuolo diventa incontenibile (21 reti l’anno scorso e già 3 nelle prime 3 partite di questo campionato). Un mese fa, a 33 anni compiuti, la prima convocazione in Nazionale ma nelle due gare di Nations League, il CT Roberto Mancini non trova lo spazio per farlo esordire. L’occasione buona è arrivata il 7 ottobre: nell’amichevole contro la Moldavia, Caputo gioca e segna uno dei 6 gol azzurri, diventando il giocatore più vecchio a segnare nella gara di esordio, in 110 anni di storia della nostra nazionale. Ciccio ha giocato ancora una manciata di minuti nella partita pareggiata in Polonia in Nations League, questa volta senza segnare. Il sogno è realizzato? Il suo di ragazzo sì, ma adesso non c’è più solo Altamura, c’è una nazione intera che insegue un sogno ancora più grande: Caputo agli europei del 2021 come Schillaci ai mondiali di Italia90. Sembra troppo? Chissà…
CICCIO CAPUTO: DALL’ORATORIO ALLA MAGLIA ZZURRA
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