Prima di entrare nel merito della funzionalità dei servizi, voglio raccontarvi, in breve, di uno scambio di opinioni, qualche mese fa,con l’attuale dirigente. Prima di un dibattito del quale ero solo spettatore, mi presento. Vengo accusato di scrivere solo fatti negativi e che se risiedessi negli USA, avrei pagato tutto, mentre in Italia tutto è gratis e c’è pure lamentela. Non risposi per evitare uno scontro in un ambiente estraneo al tema. Voglio ricordare alla dirigente: in Italia è la Costituzione che all’articolo 32 dice che “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività……”, diritto non previsto in USA , dove i servizi sono solo privati; un giornale deve scrivere dei servizi che non funzionano, che è un fatto anomalo e grave, quando funzionano rientrano nella normalità e meno male. Su questo articolo affronto e analizzo le luci e le ombre dei servizi. La struttura e i suoi spazi. L’accesso originale non è quello attuale, ma da quello laterale, difronte all’entrata degli utenti, dotato di garitta e portineria con sbarre. L’attuale entrata provvisoria( nelle nostre realtà la provvisorietà è eternità) avrebbe dovuta essere dotata di una rotonda, propagandata da anni e mai realizzata, nonostante spesso il semaforo rimane spento per settimane(ultimo caso segnalato sul precedente articolo) mettendo in pericolo gli automobilisti. Molti spazi adibiti a parcheggio, non vengono utilizzati, rimangono vuoti, cresce solo l’erba, si continua a parcheggiare senza nessun controllo, in maniera selvaggia a ridosso dell’entrata. Spesso l’erba si fa alta (l’abbiamo documentata con foto negli articoli precedenti), si secca e diventa un grosso pericolo se dovesse prendere fuoco. Non c’è mai stata cura degli spazi che circondano l’ospedale. Non esiste un prato con erba, pochi alberi, alcuni di ulivo e non si comprende perché non vengono piantati nei tanti spazi, che potrebbero dare grande beneficio agli utenti con la frescura in estate e tanto ossigeno e in inverno potrebbero mitigare il forte vento che spira sulla collinetta. Pare che anche i dirigenti della ASL non amano gli alberi. La pista per l’elisoccorso non è mai stata attivata, non è a norma, ma questo non desta preoccupazione, tanto viene utilizzata per parcheggio. In questi 10, nonostante gli impegni presi dai dirigenti, non hanno installato una pensilina per riparare dalla pioggia i visitatori in attesa del bus cittadino, né tantomeno all’entrata esclusiva dei pazienti che fanno la dialisi, i quali più volte e per iscritto l’hanno reclamata. C’era anche un progetto per garantire un’entrata protetta dalla pioggia e dal fortissimo vento, con la costruzione di un corridoio in plastica resistente, quella antisfondamento che usano per gli stadi. Che dire dei servizi igienici? Spesso sporchi, senza carta igienica e sapone e alcuni con porte rotte(la lagnanza sui social è molto frequente). Anche la manutenzione degli ascensori è scarsa. Lo scorso anno ne funzionava solo uno con grandi disagi per i pazienti e più volte ho dovuto scrivere articoli e fotografare l’avviso di blocco degli stessi. I servizi, le luci. Il laboratorio analisi da alcuni mesi si dotato di un totem che permette agli utenti dopo aver digitato il numero di prenotazione, di accedere in maniera ordinata e più veloce. Come servizio riesce a soddisfare le richieste in tempi accettabili e se avesse a disposizione qualche unità infermieristica, assicurerebbe un servizio migliore. Radiologia. In questi giorni, grazie ai fondi del PNRR, si è dotata di una seconda Tomografia computerizzata (TC), la prima è stata installata lo scorso anno. Con questo nuovo strumento e con un organico adeguato (da alcuni anni il direttore è andato in pensione e non è stato sostituito) c’è la possibilità di ridurre le liste di attesa. Ortopedia. Da qualche anno con la nomina del nuovo direttore, svolge un’attività chirurgica soddisfacente, con diversi interventi di protesi di anca e ginocchio, meno di caviglia e tante fratture di ogni tipo. L’attività ambulatoriale è molto attiva. Neurologia. Fornisce un efficiente servizio di “Stroke Unit” H24 per la terapia e la gestione della fase acuta della gestione dell’ictus cerebrale ischemico ed emorragico. Garantisce un’attività ambulatoriale per la prevenzione dell’Ictus, per l’epilessia, per le demenze, le cefalee, i disturbi del sonno e di neurofisiologia. Un’attività specialistica che attira utenza da altri territori. Urologia. Svolge un’attività chirurgica piuttosto intensa, con interventi endoscopici su vescica e prostata, meno nefrectomie e cistocele(prolasso vescicale) e prolasso uterino. Insieme all’ortopedia potrebbe fare molto di più (attira anch’essa utenza fuori da questo territorio), se avesse più spazio in sala operatoria, la cui attività si riduce per mancanza di medici anestesisti. L’attività ambulatoriale, mi è sembrata la più intensa e svolta di mattina e pomeriggio. Oculistica. Svolge un’intensa e qualitativa
attività chirurgica su retina e cataratte, infatti le liste di attesa sono lunghissime. Da poco ha iniziato con i trapianti di cornea, il primo è stato realizzato a dicembre scorso. Un più adeguato organico potrebbe ridurre le liste di attesa ambulatoriali. ORL. L’otorino svolge un’attività chirurgica sul setto nasale e polipi e sull’orecchio con ottimi risultati, la carenza di medici impedisce di svolgere interventi sul collo, anche per la complessità. Le liste di attesa si potrebbero ridurre con un organico più adeguato. Le ombre. Ostetricia e Ginecologia. I parti sono fortemente calati, molte donne preferiscono, su spinta dei medici con i quali hanno un rapporto a pagamento, partorire nelle cliniche private o al Miulli. In questi anni si è inventato di tutto, partendo con il parto in acqua, soldi spesi inutilmente in quanto quella tecnica è stata pochissimo utilizzata e non è stata per niente attrattiva. La maggiore attrazione avrebbe dovuto essere la Partoalgesia, il parto indolore, che trova difficoltà, nonostante il Perinei fosse stato il primo presidio a praticarlo, ad essere applicato perché nonostante il protocollo prevede la presenza di personale dedicato, questo non succede. Per poterla praticare viene recuperato personale medico e infermieristico in servizio, pediatra, anestesista, ginecologo, ostetrica e infermiere, creando grandi disagi e incertezze. Un servizio che dovrebbe o almeno avrebbe dovuto attirare gestanti, con un’organizzazione incerta non ispira fiducia. Bisogna organizzare campagne di informazione e promozione, ma alla base c’è il problema della carenza di organici. Chirurgia. L’attività chirurgica da anni in questa specialistica non è più decollata. Si limita alle sole ernie (molto endemiche nel nostro territorio da molti anni) e colecisti seppure in laparoscopia. Anche qui la carenza di chirurghi ha una sua ricaduta negativa. Cardiologia-UTIC.
L’attività cardiologica di reparto offre un servizio soddisfacente, di buona qualità. Il problema, come in quasi tutte le specialistiche, rimane la carenza di medici, che non permettono l’attività di Emodinamica H24, ma programmata e per le urgenze in pronta reperibilità. Altro problema è la lunghissima lista di attesa ambulatoriale, per la scelta dei dirigenti di dare priorità ai pazienti in regime di controllo. Una scelta corretta e razionale, se l’attività territoriale fosse adeguata ai bisogni. Pediatria. La sua criticità è legata alla grave carenza di medici, che incide fortemente sull’attività della struttura, ma soprattutto sulle urgenze del pronto soccorso e sulla Partoalgesia.
Pronto soccorso. Qui la carenza di medici e infermieri che causa lunga attesa e stress da superlavoro(il fenomeno dimissioni è diffuso in tutti i P.S. del nostro paese) associata all’85% (dati ISTAT della nostra Regione) dei codici bianchi e verdi, “patologie” o meglio problemi di competenza della medicina primaria, sono il vero e grande problema mai risolto. La situazione si aggrava in quanto svolge anche attività (molto discutibili per il P.S.) quali: trasfusioni a tutte le ore, cisto lavaggi, assistenza a pazienti oncologici per mancanza di posti letto. L’attivazione da maggio scorso del modello di “Fast Track”, ovvero una modalità organizzativa che permette al personale infermieristico, in fase di triage, di indirizzare in tempi veloci i pazienti con codice bianco e/o verde verso lo specialista di riferimento, che a sua volta, procede, nei casi in cui non serve il ricovero, a dimettere più velocemente i pazienti, una volta effettuata la consulenza. Questa procedura per motivi diversi, non sta diminuendo di molto i tempi di attesa, perché il problema sta a monte, il filtro della medicina di base. Alcuni utenti anche sui social hanno sottolineato che “l’ingresso del P.S. è fatiscente con presenza di piccioni morti”. Altro tema sottolineato riguarda i tempi di attesa per visite e interventi che accelerano solo con l’attività a pagamento. Problema spinoso e mai risolto, che riguarda tutto il nostro Servizio Sanitario Nazionale.
Michele Lospalluto