Gesù nasce nel paese di Davide secondo la profezia di Michea. Betlemme è la sede del regno del Messia atteso dai profeti come Salvatore. L’angelo Gabriele annuncia alla Vergine Maria la nascita di Gesù. Da Lei, per opera dello Spirito Santo, “Il Verbo di Dio si è fatto carne; era Dio fin dal principio”,(Gv. 1,1-2). Anche se è uomo, rimane Dio e rivela il Padre con la sua immagine visibile sulla terra. La fede in Gesù Cristo è salvezza testimoniata da Dio Padre, che lo dichiara come suo Figlio durante il battesimo di Giovanni Battista e nella trasfigurazione sul monte Tabor: Questo è il Figlio prediletto, ascoltatelo!”. Tutto il Vangelo dell’apostolo Giovanni, in particolare, è rivelazione della divinità di Gesù. Ci saranno sempre i non credenti nella sua origine divina come si espresse il profeta Simeone nel tempio di Gerusalemme che riconobbe il Messia: “Questo bambino sarà segno di contraddizione tra coloro che lo accetteranno e quelli che lo rifiuteranno” (Luca, 2,34). Quante volte farisei e sadducei domandano a Gesù: “Quale segno ci dai per riconoscere la tua autorità?”. Egli risponde che il Padre è testimone; credete almeno alle mie opere che sono la prova della mia missione di Messia. Tra i tanti episodi più famosi della sua manifestazione divina è quello del dialogo con i suoi apostoli quando chiede: “La gente cosa pensa di me?” Essi rispondono: “ Tu sei il profeta Elia ritornato oppure Giovanni Battista risuscitato o qualcuno degli antichi profeti”. Egli domanda a loro: “Ma voi chi dite che io sia?”. Risponde Simone Pietro: “Tu sei il Cristo, Figlio del Dio vivente”. Gesù conferma l’origine divina perché la rivelazione di Pietro è ispirata dal Padre Dio. Da 2025 anni rimane segno di separazione non solo dagli atei, ma anche da chi lo considera soltanto un profeta umano. Fin dai primi secoli del cristianesimo sono stati rifiutati la sua Parola divina, che richiede fede nel suo Vangelo e nella sua Risurrezione. La storia dopo Cristo ha registrato contrasto e guerre, persecuzioni e martiri. E’ stato necessario riunire i cristiani in tanti Concili, assemblee di credenti per confermare la verità rivelata detta dogma. Una grande scissione avvenne con la diffusione dell’arianesimo, iniziata dal prete di Alessandria Ario, che rifiutò il dogma della SS. Trinità, Dio è Padre, Figlio e Spirito Santo, Unico in tre Persone uguali e distinte. Egli non aveva fede nel mistero trinitario perché la ragione umana non capiva come il solo e unico Dio potesse dividersi se non per emanazione platonica e non per generazione. Così il Figlio dell’Uomo è inferiore al Padre non uguale, è un uomo superiore agli altri uomini come super profeta, ma non Dio. Così lo Spirito Santo è creato come gli angeli, inferiori a Dio. La dottrina di Ario ebbe una enorme diffusione tanto da scaturire violenze e separazione di intere regioni orientali e occidentali con la conversione dei popoli barbari. L’imperatore Costantino nel 300 d.C. si accorse del pericolo per l’unità dell’impero romano che abbracciava Occidente e Oriente. Egli aveva dato libertà alla Chiesa per la diffusione del cristianesimo, accettato come “instrumentum regni”. L’arianesimo distruggeva il suo progetto di unità. L’imperatore istituì il Concilio di Nicea nel 325 per risolvere il problema invitando tutti i vescovi delle regioni cristiane. Il Papa da Roma inviò due delegati, ritenuti i primi rappresentanti dell’assemblea. Il dibattito dottrinale fu acceso, ma i Padri conciliari che difendevano la dottrina tramandata dagli Apostoli e dalla Chiesa dei secoli precedenti, furono la maggioranza che formulò il Credo niceno, completato a Costantinopoli nel 381 da Teodosio. Ogni domenica nella celebrazione della Parola e della Eucaristia proclamiamo il Credo dei due primi Concili ecumenici: “Credo in un solo Dio onnipotente creatore…Credo in un solo Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio…generato, non creato. Credo nello Spirito Santo che procede dal Padre e dal Figlio. Dopo 1700 anni Papa Leone XIV ha voluto celebrare l’anniversario del primo Concilio con i Patriarchi orientali e altri capi cristiani nel luogo dove era Nicea in Turchia. Il Pontefice ha pregato insieme ai presenti. Egli ha affermato che l’arianesimo non è del tutto scomparso. Se non vi è più violenza religiosa tra i cristiani, manca ancora l’unità. Quanti si dichiarano cristiani, ma considerano Gesù un profeta, un uomo di un superiore talento come altri capi religiosi di tanti popoli. Manca la fede nel Cristo che rivela le due nature umana e divina, inconcepibili per la razionalità che riesce ad accettare il Cristo storico, ma non quello della fede. Le due grandezze del Cristo sono unite nella Persona divina, rivelate dai profeti dell’A.T. e dal N. T. Separandole si annulla anche la Chiesa madre della fede. Nicea ci unisce a Betlemme perché il dogma della SS. Trinità ci insegna che il Bambino della mangiatoia della grotta è Dio, adorato dagli Angeli, dai pastori e dai Magi. Il presepe è la rappresentazione della realtà teologica della umanità ed divinità del mistero dell’amore del Padre, Figlio e Spirito Santo. Vincenzo Basile
NATALE 2025 DI PAPA LEONE XIV TRA BETLEMME E NICEA
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