Dalla P2 alla criminalità istituzionale: il golpe perenne contro Costituzione e democrazia di Luigi de Magistris
In questo saggio l’autore evidenzia come il nostro Stato repubblicano sia, oramai da tempo, fortemente condizionato da poteri occulti che talvolta giungono a infiltrarsi nei punti più nevralgici della sua struttura. Si tratta proprio di un sistema pervasivo che raggiunge finanche la Magistratura; la mimetizzazione di poteri occulti giungono ad impedire indagini chiare e, nientemeno, all’incapacità di opporsi a percorsi illegali, ponendo così a rischio la stessa Costituzione e democrazia. La lettura è principalmente un invito al risveglio delle coscienze sul profilo etico, politico e civile. “Per questo dobbiamo mettere all’o.d.g. una nuova questione morale, che unisca i servitori fedeli dello Stato e i cittadini desiderosi di ˂rimuovere gli ostacoli˃ alla piena realizzazione dell’uguaglianza e della libertà dei cittadini, come prescrive la Costituzione. Per riuscirci, bisogna fare attenzione a districare i fili dei poteri occulti, anche là dove non si crederebbe possibile trovarli.” Narrando alcune vicende, legate in particolare a Borsellino, l’autore si esprime così come segue: “… il suo isolamento fu particolarmente doloroso se consideriamo il suo altissimo senso dello Stato. È dai palazzi del potere pubblico che sono germogliati i semi più insidiosi che hanno condotto alla sua terribile morte. … la magistratura non ha ancora potuto fare piena luce sulle stragi, in particolare su quella di via D’Amelio. … Come durante una guerra, si trattò sotto le bombe. … E Borsellino fu indubbiamente un ostacolo alla trattativa in corso.” Vigilanza democratica e cultura risultano essere antidoti efficaci contro l’illegalità dimostrando che non è una strada obbligata. A tutti noi si richiede impegno perché vi sia un uso trasparente del denaro pubblico. Può accadere che il denaro generato da attività illegali si mescoli a quello proveniente da attività legali ed a quel punto in una catena d’intrecci e mescolanze si mimetizza in economia e finanza tanto da incidere persino a livello nazionale. Tuttavia va detto che non tutti gli interessi economici privati sono riconducibili ad un’opera sotto traccia, ma la logica capitalistica della ricerca spasmodica del profitto ne costituisce il terreno di cultura. In definitiva, il cemento della criminalità istituzionale è la predazione della spesa pubblica. L’epoca della tensione morale e dei grandi ideali della magistratura si va affievolendo al punto tale da considerarla un mestiere come un altro, come se la ricerca della verità e giustizia fosse una passeggiata. La questione morale non ha prezzo, anzi, è l’antitesi del profitto. Un paese senza verità e giustizia non è un paese democratico, è una democrazia solo sul piano formale, sulla carta. È davvero questo ciò che desideriamo? Affinché il popolo sia davvero sovrano, deve prendersi tutti i diritti garantiti dalla Costituzione, e riconoscere che non si tratta di semplici concessioni, ma deve al tempo stesso assumere il compito di ribellarsi alle ingiustizie rimuovendo “gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza, impediscono il pieno sviluppo della persona umana” (C. I. art.3 comma 2).

Note biografiche sull’autore: Politico ed ex magistrato italiano, europarlamentare nel 2009, due volte sindaco di Napoli 2011-2021. Per 15 anni PM a Catanzaro e Napoli occupandosi di reati contro la pubblica amministrazione, criminalità economica, corruzione e mafie. Ostacolato nelle sue indagini e costretto a lasciare la toga, pur dinanzi alla correttezza accertata del suo operato. Attualmente giurista, attivista politico, scrittore attore di teatro civile. Ha scritto La città ribelle. Il caso Napoli (Chiarelettere 2027) Fuori dal sistema (Piemme2022) Voglia di sinistra. Idee per rinnovare la lotta politica (Ponte alle Grazie, 2024)
(Rosaria Avelluto)