Che ci piaccia o no, la politica è necessaria. Possiamo trovarla sgradevole, sporca, persino inutile. Possiamo anche convincerci che non ci riguardi, che sia un teatrino distante e autoreferenziale. Ma resta il fatto che, senza politica, non si decide nulla di ciò che ci tocca davvero da vicino.
Quando parlo di politica, non penso solo a chi si candida in Comune o in Parlamento. Penso alla politica vera, quella che si consuma ogni giorno nella carne viva delle nostre comunità. Quella della riunione di condominio, dove si discute se mettere l’ascensore o rifare il tetto. Quella del consiglio di classe, dove si decide il futuro educativo dei nostri figli. Quella del comitato di quartiere, del consiglio pastorale, del direttivo di un’associazione sportiva o culturale.
È lì che si fa politica. È lì che si impara la mediazione, l’ascolto, il confronto. È lì che si costruisce una società più giusta o, al contrario, si lascia spazio al disinteresse, alla rassegnazione, al cinismo.
Trovo assurdo che molti politici si affannino a fare appelli accorati affinché le persone vadano a votare, quando poi ogni giorno, con le loro scelte e il loro stile, rendono più difficile la partecipazione reale dei cittadini. Sembrano inviti di facciata: si cerca il consenso, non il coinvolgimento. Si vuole il voto, ma non la voce.
Eppure – proprio per questo – ho il massimo rispetto per tutte quelle persone che decidono di candidarsi partendo dal territorio. Donne e uomini che trasformano l’impegno nell’associazionismo, nella scuola dei propri figli, nel volontariato, in un impegno istituzionale.
Il problema è che abbiamo ridotto la partecipazione a un gesto simbolico: una scheda infilata in un’urna ogni cinque anni.
La verità è che la politica non può essere solo quella dei palazzi. Deve tornare ad abitare i cortili, le scuole, le parrocchie, le strade. Deve ridiventare quel “martirio quotidiano” – fatto di tempo, di pazienza, di responsabilità – che ci ricorda che ogni piccolo gesto di cittadinanza è un pezzo di bene comune.
E allora sì, forse la politica non ci piace. Ma non possiamo permetterci di non immischiarci e di farne a meno.
( Gigi De Palo – Argomenti 2000)